Anche un cromosoma artificiale per battere la Distrofia di Duchenne

share on:

Riceviamo e pubblichiamo in calce un estratto del comunicato prodotto da Parent Project ONLUS, intitolato “Distrofia di Duchenne: un cromosoma artificiale per aprire la strada al trapianto di staminali autologhe”. Lo precede il commento curato per noi da Filippo Maria Santorelli, componente della Commissione Medico-Scientifica Nazionale UILDM.

La distrofia muscolare di Duchenne (DMD) è la più frequente e nota tra le distrofie muscolari dell'infanzia. La malattia è dovuta a una mutazione nel gene della distrofina, proteina con ruolo strutturale e regolatorio nella cellula muscolare. La malattia ha purtroppo un decorso relativamente rapido e attivo. Nonostante gli enormi progressi fatti dalla ricerca scientifica e farmacologica, non esistono terapie specifiche e si è costretti ad assistere impotenti alla progressione inesorabile della perdita di forza e all'atrofia muscolare. Tuttavia, la ricerca internazionale sempre più propone innovazioni tecnologiche che ampliano le possibilità di una terapia più o meno prossima nel tempo. In particolare, gli sforzi dei ricercatori di correggere il gene malato mediante il trapianto con cellule staminali muscolari ricevono sempre più impulsi da idee originali e dalle scoperte emergenti dallo studio del materiale biologico ottenuto dai pazienti o dai modelli animali di laboratorio.

E’ in questo scenario che dobbiamo salutare con rinnovata fiducia la nuova progettazione del gruppo diretto dal prof. Cossu della Divisione di Medicina Rigenerativa del San Raffaele di Milano. La nuova idea del prof. Cossu consiste nello studiare fattibilità, efficacia, e vantaggi terapeutici per la DMD derivante dalla sostituzione del gene malato mediante la costruzione di un cromosoma artificiale umano e procedendo poi al suo trapianto senza donatore (ossia autologo) in un modello di topo immunodeficiente. In questo modo, ci si aspettano informazioni scientificamente pertinenti per offrire in seguito una sorta di '”menù genetico'” per la distrofina, il pre-requisito per ingegnerizzare il cromosoma in laboratorio e inserirlo poi nelle cellule staminali muscolari che servono al trapianto.

Si tratta di ricerche lunghe e complesse, e non prive di ostacoli per l’alto livello di tecnologia che impongono, ma sono da promuovere per la loro complementarietà con le altre ricerche di terapie geniche con impatto clinico più immediato. Laddove le ricerche scientifiche proseguono alacremente a livello internazionale crescono anche le speranze per una terapia fruibile dal maggior numero possibile di pazienti. Nuove speranze sono oggi alimentate da approcci originali come quello proposto dal team del San Raffaele di Milano.

Filippo Maria Santorelli – Unità Operativa di Neurogenetica, Istituto di Neuropsichiatria Infantile (INPE), IRCCS Fondazione Stella Maris, Calambrone (Pisa). Componente dal 2006 della Commissione Medico-Scientifica UILDM.

 

Comunicato Stampa (Parent Project ONLUS)

Distrofia di Duchenne: un cromosoma artificiale per aprire la strada al trapianto di staminali autologhe

Al via uno studio che interessa anche le mutazioni meno comuni della patologia, condotto dal team di Giulio Cossu, finanziato da Parent Project Onlus attraverso il Fondo Daniele Amanti.

Giulio Cossu

Sarà un cromosoma à la carte il prossimo passo per avvicinarsi alla terapia della distrofia muscolare di Duchenne. I ricercatori del team di Giulio Cossu, della Divisione di Medicina Rigenerativa del San Raffaele di Milano, hanno avviato uno studio di ricerca per correggere geneticamente le cellule muscolari distrofiche di topo mediante un cromosoma artificiale umano e procedere al trapianto autologo, cioè senza donatore. Finanziato da Parent Project Onlus, attraverso il Fondo Daniele Amanti, la prima fase del progetto durerà tre anni.

La distrofia muscolare di Duchenne, rara patologia che porta alla degenerazione muscolare in un bambino maschio su 3.500, è dovuta a una mutazione nel gene della distrofina, proteina con ruolo strutturale e regolatorio nella cellula muscolare. I vari approcci terapeutici per correggere geneticamente le cellule difettose di chi ne è affetto, incontrano degli ostacoli a causa della complessità di questo gene, come ad esempio la sua grande dimensione. Con il cromosoma artificiale il gruppo milanese, in collaborazione con i ricercatori giapponesi della Tottori University, intende creare uno strumento ad hoc per affrontare queste difficoltà: da una sorta di 'menù genetico' i ricercatori potranno scegliere sequenze codificanti per la distrofina, sequenze regolatorie, fattori di differenziamento e proliferazione per ingegnerizzare il cromosoma in laboratorio e inserirlo poi in mesoangioblasti, le cellule staminali muscolari che servono al trapianto. Con questo approccio, si dà la possibilità di correggere geneticamente i mesoangioblasti difettosi estratti dallo stesso paziente affetto da distrofia e procedere al trapianto autologo, evitando le complicanze del trapianto cellulare da donatore eterologo ed eliminando così il problema della compatibilità e le problematiche legate alla necessaria immunosoppressione. Il progetto di ricerca si affianca agli studi internazionali più promettenti per individuare una terapia.

“La terapia con cromosoma artificiale potrebbe essere applicata a qualsiasi paziente ma è lunga, complessa e molto costosa”, spiega Giulio Cossu. Noi tutti ci auguriamo che nel frattempo altre terapie geniche più immediate funzionino e, in questo caso, i pazienti che sono eleggibili dovrebbero iniziare il trattamento. Tuttavia questo approccio terapeutico dà sicuramente speranza a quel 20-25% di pazienti che hanno delle mutazioni meno comuni che rischiano di restare escluse dalle tecniche genetiche oggi in fase di studio.” Il progetto è alla sua prima fase di sperimentazione sui topi. “Alla fine di questi tre anni vorremmo poter dimostrare che cellule umane corrette in questo modo sono in grado di formare distrofina in topi distrofici immunodeficienti. Non è pensabile in tre anni andare più lontano di così. Se tutto va bene, ci vorrà almeno il doppio degli anni prima di provare queste cellule sull'uomo”. (R.R.)

Ritratto di admin

Margaret

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut at vulputate sem, at efficitur nibh. Aliquam sit amet nulla vel ipsum ornare commodo a a purus