L’azienda farmaceutica olandese Prosensa ha annunciato nei giorni scorsi l’inizio di un trial clinico di fase I/II su alcuni bambini affetti da distrofia di Duchenne, con l’obiettivo di verificare la tollerabilità e la sicurezza della somministrazione del farmaco PRO044 su almeno dodici di loro, tramite iniezioni sottocutanee per cinque settimane.
Il trial si inserisce nell’ambito dei tentativi di terapie - senz’altro tra i più promettenti - basate sulla modificazione dell’RNA, utilizzando nuovi “farmaci”, i cosiddetti “oligonucleotidi antisenso”, molecole la cui sequenza può essere “disegnata” in modo tale da tralasciare (letteralmente “saltare” od “omettere” , in inglese skipping) determinate sequenze geniche (esoni) che - se appunto omesse in pazienti Duchenne con specifiche mutazioni per delezione a carico di altri esoni del gene - consentono il ripristino della cornice di lettura, cioè la capacita di portare a termine la sintesi di una distrofina funzionante.
L’effetto di PRO044 dovrebbe indurre il “salto” dell’esone 44 e quindi il ripristino della sintesi proteica, con “costruzione” di una distrofina “utile”.
Alcune avvertenze. Come chiaramente detto, si tratta di un trial e non ancora, al momento, della certezza di una terapia. Inoltre, PRO044 - come già il precedente PRO051/GSK2402968, anch’esso basato su oligonucleotidi antisenso - è un farmaco “personalizzato”, in quanto può essere utilizzato sul 20% circa delle persone affette da distrofia di Duchenne, tutte con mutazioni cosiddette “correggibili”, tramite l’omissione dell’esone 44. E tuttavia, se la sperimentazione avrà buon esito, si tratterà certamente di un importante passo avanti, per il trattamento generale delle distrofie di Duchenne, mirato inizialmente a fare almeno “virare” queste ultime verso la più leggera forma di Becker.
Coinvolti nel trial sono il Belgio - ove sono stati arruolati i primi pazienti all’Università di Leuven (Lovanio) - la Svezia (Ospedale dei Bambini Regina Silvia di Goteborg) e anche l’Italia, con il Servizio e Unità Operativa di Genetica Medica dell’Università di Ferrara e dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna, coordinati da Alessandra Ferlini, in collaborazione con il neurologo Luciano Merlini e il pediatra Andrea Franchella.
I pazienti italiani che accederanno al trial sono già stati selezionati e pre-reclutati nei mesi scorsi, in base a criteri concordati con Prosensa, poiché al fine di partecipare alla ricerca sono necessari lunghi studi in vitro (pre-trial), per i quali Ferlini ha anche avuto un finanziamento dalla Fondazione Telethon (progetto clinico Telethon-UILDM GGPU7011), ora ovviamente concluso con l’inizio del trial stesso.
«La partecipazione dell’Italia e di Ferrara nel trial - dichiara Alessandra Ferlini -, da noi fortemente voluta e ottenuta grazie al duro lavoro di grande sacrificio svolto dal mio gruppo, che profondamente ringrazio, dev’essere motivo di orgoglio per tutti i ricercatori italiani e per l’intero nostro Paese». (Stefano Borgato)