La battaglia della UILDM di Pavia non è una questione di principio, è una questione di diritti!

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Fabio Pirastu alle Manifestazioni Nazionali UILDM 2011  Fabio Pirastu alle Manifestazioni Nazionali UILDM 2011

La Sezione UILDM di Pavia e il Comitato di Coordinamento Pavese per i Problemi dell'Handicap hanno presentato ricorso "antidiscriminatorio" al Tribunale di Milano 

Il luogo è una sala pubblica, già solo parzialmente accessibile, che dopo i lavori di ristrutturazione presenta ancora più barriere per le persone con disabilità. La città è Pavia. E' qui che la UILDM locale e il Comitato di Coordinamento Pavese per i Problemi dell'Handicap hanno presentato al Tribunale di Milano ricorso, con il supporto del Servizio Legale di LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), chiedendo di "accertare il carattere discriminatorio" di una serie di interventi di ristrutturazione realizzati nella Sala Annunciata e di "ordinare alla Provincia di Pavia di cessare il comportamento discriminatorio".
Spiega Fabio Pirastu, direttore della UILDM di Pavia e fino allo scorso mese di maggio consigliere nazionale dell'Associazione, «Oggi, a quasi tre anni dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, abbiamo scoperto che esistono ancora luoghi cui certi cittadini non possono accedere. Alla luce di una simile violazione dei diritti, questo percorso che la UILDM di Pavia ha intrapreso con il Comitato di Coordinamento Pavese e che ha portato alla citazione in giudizio dell'ente Provincia di Pavia era quasi obbligato». La Sala Annunciata è uno spazio polivalente dove si svolgono sia le sedute del Consiglio Provinciale, sia convegni, seminari, spettacoli, corsi di formazione e altri eventi pubblici.

Da una nota della LEDHA si apprende che gli interventi della Provincia di Pavia avrebbero potuto essere contestati come semplice violazione della normativa sul superamento delle barriere architettoniche, mentre «Si è scelto di utilizzare il ricorso antidiscriminatorio proprio per evidenziare come la presenza di barriere costituisca non solo uno dei più diffusi ostacoli alla partecipazione sociale delle persone con disabilità ma soprattutto un motivo di esclusione o limitazione al godimento dei diritti civili politici e sociali», spiega in particolare Gaetano De Luca, avvocato del Servizio Legale di LEDHA.
«UILDM Pavia e il Coordinamento - aggiunge Pirastu - sono infatti tra le Associazioni che hanno partecipato alla nascita dello Sportello Antidiscriminazioni del Comune di Pavia, proprio perché credono che la partecipazione delle persone con disabilità debba essere garantita anche dal punto di vista culturale e della piena inclusione».

«Confidavamo che, dopo anni di lavori e di ristrutturazioni, potessimo finalmente avere in città una sala a uso pubblico priva di barriere architettoniche», ha commentato nei giorni scorsi anche Katia Pietra, referente del Coordinamento pavese. Invece Giovanni Del Zanna, esperto di accessibilità e barriere architettoniche, ha avuto modo di rilevare come oggi l'accesso alla Sala si presenti ancora più problematico che in passato. Tra le maggiori criticità rilevate segnaliamo in particolare l'inaccessibilità dell'ingresso principale, che costringe le persone con disabilità motorie ad accedere alla Sala da ingressi secondari, nonché l'accesso al palco, per il quale si è optato per un cingolato mobile, essendo in presenza di gradini. Il commento di Del Zanna a questo proposito è stato che si tratta di «Una soluzione contraria alla normativa nazionale e regionale, inidonea a essere utilizzata da tutte le persone con disabilità motorie», poiché chi usa la carrozzina elettrica, il cingolato mobile non può utilizzarlo. Negativo anche il parere per quanto riguarda la ristrutturazione dei bagni (maniglie non installate e distanze minime non rispettate) e molto altro ancora.

Katia Pietra Katia Pietra

Alcune criticità, peraltro, erano già emerse nel corso di sopralluoghi effettuati dalla UILDM e dal Comitato durante lo svolgimento dei lavori, ma nonostante sia Pirastu sia Pietra confermino come in più occasioni si sia cercato di mediare la situazione con i tecnici impegnati nei lavori e con i rappresentanti istituzionali, per evitare di arrivare a una soluzione estrema e cercare invece di risolvere la situazione, la voce dei cittadini e delle Associazioni che li rappresentano e ne difendono i diritti è stata ignorata.

«Abbiamo quindi scelto di fare appello alla Legge antidiscriminazioni - conclude Fabio Pirastu - perché la dignità dell'individuo va sempre rispettata mentre nella vicenda della Sala Annunciata di Pavia si stanno scrivendo due classifiche di cittadini differenti, alcuni di Serie A e altri di Serie B. Era nostro preciso compito intervenire affinché una situazione del genere venisse giudicata, in modo tale che un domani cose simili non si possano più ripetere». (C.N.)

 

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Margaret

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