La malattia non è un limite alla mia musica - Intervista a Pierfrancesco Madeo

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È uscito “Cento Vite”, l’ultimo singolo del cantautore Pierfrancesco Madeo feat. Amelie.
 Il singolo, prodotto e sponsorizzato dalla Direzione Nazionale UILDM, fa parte dell’album “Nuvole” uscito nel 2016.

Il percorso artistico di Madeo è un sogno diventato realtà, malgrado la distrofia di Duchenne e le difficoltà che comporta vivere in un paesino di montagna sull’altopiano della Sila. L’artista infatti non considera la malattia un limite ma una compagna di vita che non ferma l’impegno e la passione che mette nella sua musica.

Di cosa parla Cento Vite?
«La canzone racconta il viaggio dell’anima infinita che si trasforma continuamente in nuova vita, in un misto di sensazioni e di vissuto che toccano i sentimenti in ognuno di noi».

Cosa rappresenta per te la musica?
«È passione, è una linfa vitale che mi fa sentire come in un sogno. Non c'è gioia più grande per me come quella di regalare emozioni e speranze con parole e note. La musica mi dà tutto, riempie e colora ogni istante della mia vita».

Quando hai scoperto questo amore?
«Sin da piccolo in me c’era voglia di esprimere musica. Negli anni l’esigenza di raccontare le mie emozioni è cresciuta, così a 17 anni ho deciso di intraprendere un percorso di studio, difficoltoso ma bellissimo. Ho cominciato come spalla di una cover band locale gli “Arcadia”, nel frattempo mi sono inscritto alla scuola di musica “Giuseppe Verdi” a Rossano Calabro (CS), da qui i miei primi live e partecipazioni a diversi concorsi locali, vincendoli. Mattone su mattone nel tempo ho costruito la mia identità artistica».

Qual è il tuo genere e a chi ti sei ispirato?
«Il mio genere è abbastanza vasto: rock, alternative rock, metal, pop, electronic. L’ispirazione più importante mi arriva dai grandi gruppi rock come i Queen, gli Scorpions, i Guns’n Roses, i Linkin Park e da cantautori come Battisti, De Andrè, Bob Dylan, Pierangelo Bertoli, David Bowie, Jim Morrison, Francesco Renga e Alex Baroni. Alla fine però ho seguito il mio stile».

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato?
«Sicuramente la mia malattia e le conseguenze legate ad essa, che ho affrontato e superato grazie alla mia famiglia e alle persone che mi sono state vicine. Gli ostacoli che combatto quotidianamente sono stati l’impossibilità di suonare uno strumento, la mancanza di completa autonomia, una respirazione diaframmatica difficoltosa a cui ho dovuto sopperire con lunghi anni di studio e l’utilizzo del respiratore 16 ore al giorno. Negli anni ho imparato la tecnica respiratoria “glossofaringea” per gestire nel modo migliore la mia vocalità».

Cos’hai imparato in questo percorso artistico?
«Sono cresciuto tantissimo, ho imparato cose che hanno maturato il mio modo di scrivere, di cantare e di affrontare la scena. Ora sono più consapevole delle mie capacità e dei miei limiti, ho capito di non dover strafare ma di interpretare in maniera semplice e profonda le mie canzoni. Cantare, scrivere e comporre esprimono un sentimento che deve raccontare ciò che siamo e non ciò che la moda ci impone di essere. Questo è il segreto per la nostra sete morale e culturale: bisogna essere umili nelle proprie doti, essere tenaci e aver qualcosa da dire e le soddisfazioni arriveranno».

Sei cantante e autore. Di cosa parlano tue canzoni?
«Le mie canzoni raccontano principalmente la mia vita, racchiudono cento sfaccettature di me. Ogni brano racconta un periodo essenziale, un sentimento puro, e si incastra all’altro come un puzzle che diventa un’immagine chiara, pronta a svelare i suoi perché. Temi introspettivi che vanno dall’amore all’essere più profondo che indaga la vita e la morte, osservano i sentimenti in tutte le loro forme. Ogni canzone riflette la sua storia in musica, traccia dopo traccia, sfogliano il mio modo di concepire le cose».

Quali sono stati i successi artistici più significativi?
«Nel 2010 sono arrivato finalista al Festival della Canzone Italiana di New York. A dicembre dello stesso anno sono stato invitato da Raiuno come ospite per la Maratona Telethon. Nel 2011 sono arrivato in semifinale al Hyundai Music Awards di Universal Music. Nel 2012 ho partecipato alle selezioni finali del Festival di Sanremo, nella categoria Sanremo Social».


(v. b.)

Ritratto di uildmcomunicazione

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