Memoria paralimpica: la storia dell'incontro tra sport e disabiltà

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560963A pochi giorni dalle Paralimpiadi di Rio 2016 viene presentato un progetto di grande valore, promosso dal CIP - Comitato Italiano Paralimpico, insieme a InailFondazione Italiana Paralimpica e realizzato da Redattore Sociale, con Zoofactory Film Production e Kapusons web agency.
Si tratta di "Memoria paralimpica", che comprende il docu film "E vincemmo l'oro" e un ricchissimo archivio online composto da 25 interviste, oltre 900 foto disponibili online e una mostra fotografica, tutta dedicata alla storia degli atleti paralimpici, dalle origini ad oggi, in Italia.

Il movimento paralimpico in Italia nasce a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, nel Centro per paraplegici dell'Inail di Ostia, diretto dal professor Antonio Maglio, che accoglieva molti giovani provenienti da varie parti d'Italia: erano operai, agricoltori, pastori vittime di gravi infortuni sul lavoro, e Maglio riuscì a coinvolgerli in un progetto di riabilitazione e reinserimento sociale nuovo per l'epoca, utilizzando la sport-terapia. Attraverso un duro lavoro e lo sport questi giovani diventarono dei campioni nazionali e mondiali.

Grazie all'impegno dell'Inail e alle sollecitazioni del dottor Maglio nel 1960 a Roma si svolse la prima Paralimpiade nella storia (anche se il riconoscimento ufficiale si ha solo nel 1984), a due settimane di chiusura dalle Olimpiadi, e proprio negli stessi luoghi. Vi parteciparono 400 atleti in carrozzina, di 21 paesi diversi.

La presentazione di questo interessante progetto avrà luogo a Roma, domani 1 settembre (ore 11-13) presso l'Auditorium dell'Inail (Piazzale Pastore 6), con ingresso libero. Durante la mattinata sarà presentato in anteprima "E vincemmo l'oro", video che racconta lo sviluppo del movimento paralimpico dalla fase pionieristica del dottor Maglio ai campioni di oggi in partenza per Rio.

Alla presentazione interverranno Luca Pancalli, atleta plurimedagliato e presidente del CIP, Giuseppe Lucibello, direttore generale dell'Inail e alcuni dei primi atleti e dei loro famigliari, tra cui Aroldo Ruschioni, Uber e Irene Monaco, Silvana Martino e Maria Stella Calà, moglie del dottor Maglio.

«Lo scopo di questo progetto - si legge nella presentazione - è stato recuperare e mettere a disposizione dell’intera collettività le testimonianze dei diretti protagonisti e/o dei loro familiari e le foto più significative tratte dai loro album fotografici. Le loro vicende individuali, accanto alle immagini di vita sportiva e quotidiana all'interno del Centro Paraplegici di Ostia, permettono di fare luce su un pezzo di storia del nostro Paese su cui finora non si era indagato abbastanza».
Inoltre, «le loro vite e i loro successi di uomini, prima che di atleti, rappresentano un chiaro esempio del forte valore sociale e terapeutico dell’attività sportiva».

Luca Pancalli in un'intervista a Repubblica su Rio 2016 ribadisce proprio questo concetto: «La pratica sportiva è importante in generale, ma per i disabili lo è molto di più: ogni persona che riesci a tirare fuori di casa, a integrare grazie allo sport è un trionfo. Anche dal punto di vista pratico: perché ha delle incidenze dirette sui costi del servizio sanitario. Un valore inestimabile sul piano sociale, culturale e, perché no?, anche politico».

Una selezione dei materiali è disponibile anche sul numero di agosto/settembre di SuperAbile Inail. (A.P.)

Ritratto di piv-J3jXu49

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