Non è certo una disciplina che possa essere praticata da giovani distrofici o con altre malattie neuromuscolari, il wheelchair rugby. Viene infatti disputato, “in sella” a veloci e maneggevoli carrozzine manuali, esclusivamente da tetraplegici o altri giocatori con patologie affini.
Abbiamo però scelto di parlarne, innanzitutto perché ogni tentativo di ampliare la gamma delle discipline sportive a disposizione delle persone con disabilità deve essere guardato sempre con grande simpatia, poi perché, proprio come il “nostro” wheelchair hockey, anche questa disciplina sta cercando di crescere e di affermarsi con l’obiettivo di raggiungere la dimensione paralimpica.
E, sempre come il wheelchair hockey, anche il wheelchair rugby si svolge su un campo delle dimensioni di quello da basket e con un regolamento che si rifà a sport per normodotati. Nel caso specifico, vengono accomunate regole del rugby tradizionale, della pallacanestro, dell'hockey.
Recentemente, a Fontanafedda (Pordenone), si è svolto uno stage con la partecipazione della Nazionale Austriaca e quindici atleti italiani provenienti da diverse regioni. Gli atleti austriaci hanno guidato la preparazione della neonata rappresentativa italiana in un weekend di apprendimento tecnico, agonistico e di inclusione sociale. (R.R.)