Nuovi risultati per la Duchenne

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I ricercatori della statunitense Duke University hanno dimostrato che un singolo trattamento di editing genomico con CRISPR (biosensore per rilevare mutazioni genetiche) può correggere la distrofia muscolare di Duchenne in modo sicuro e stabile per più di un anno nei topi, nonostante ci siano state risposte immunitarie e modifiche non previste sul DNA. In un altro studio, firmato dai ricercatori della University of Texas Southwestern Medical Center, CRISPR è stato usato per correggere una mutazione caratteristica nella DMD, in modelli murini e in cellule umane.

Il commento di Filippo Maria Santorelli, presidente della Commissione medica UILDM:
«La capacità di modificare il DNA umano con le nuove tecnologie di editing genomico “taglia & cuci” (CRISPR/Cas9) ha ampliato le opportunità per la terapia genica delle malattie neuromuscolari rare e della distrofia muscolare di Duchenne (DMD). Già si è commentato nel recente passato sulle reali possibilità di intervenire terapeuticamente in un modello di cane e di topolino con la DMD. In un brevissimo lasso temporale, ora due nuovi articoli hanno ampliato la nostra visione sull’argomento. In un primo studio (Min et al. Science advances) l’obiettivo era dimostrare che anche per mutazioni del gene DMD meno  comuni (nel caso la delezione dell’esone 44) possono essere editabili nel topolino correggendo il codice di lettura della distrofina. Se non esiste il modellino malattia per la delezione dell’esone 44 del gene DMD, non importa: i ricercatori lo hanno creato ad hoc per dimostrare la bontà della loro tesi.  La tecnica del CRISPR/Cas9 ha poi mostrato di saper correggere la proteina sia quando si agisce direttamente sul muscolo della zampa del topolino sia quando si introduce un virus portatore del meccanismo correttivo nell’animale in maniera sistemica. Correggere la proteina ne ha ri-consentito la funzione. Il secondo studio (Nelson et al. Nature Medicine) ha dimostrato l’efficacia del sistema di editing genomico a lungo termine (oltre un anno) dimostrando come l’utilizzo di alcuni trucci molecolari permettano di limitare possibili alterazioni di regioni del DNA non specifiche del gene DMD e come limitare la risposta immunitaria a lungo termine.»

(cs)

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