Curare è prendersi cura

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Il 12 maggio 1820 nasce Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. L’International Council of Nurses ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere. Lo slogan scelto dalla FNOPI - Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche per l’edizione 2023 è: Il talento degli infermieri – Arte e Scienza in evoluzione”.

Prendersi cura è arte e studio, e noi oggi vogliamo celebrare tutti gli infermieri e tutte le infermiere con la testimonianza di una persona che ha dato tanto a UILDM, Liana Garini.

 

La mia storia lavorativa come infermiera inizia relativamente tardi. A 50 anni mi sono iscritta al corso di laurea in Scienze infermieristiche all’Ospedale San Raffaele, laureandomi nel 2002. Sono stata tra i primi laureati di quel corso, evoluzione di quella che una volta era la Scuola infermieri. È stato un percorso molto impegnativo. Dopo una vita a lavorare come segretaria, impiegata e ragioniera, a 52 anni è iniziato un nuovo capitolo della mia esistenza che mi ha portato al San Raffaele prima nel reparto di Medicina Generale e poi in Oncoematologia. Tutto questo fino alla pensione nel 2016.

Prima di questo c’è stato tanto altro.

Ho iniziato a lavorare a 15 anni presso un avvocato, a 18 ho fatto la ragazza alla pari in Inghilterra, un anno dopo sono tornata in Italia e, grazie all’inglese, ho iniziato a fare la segretaria.
Nel 1972 mi sono sposata e nel frattempo mi sono iscritta a un corso serale di Ragioneria. Nel 1978 sono rimasta vedova e all’inizio dell’anno successivo mi sono imbattuta in UILDM per caso. Grazie ad alcune conoscenze sono stata invitata a dare una mano in associazione. Da lì è partita la mia esperienza di volontariato con i campi estivi di Milano ed è iniziato il percorso di impegno in Sezione prima, e in Direzione Nazionale UILDM, come consigliera e come tesoriera, poi. In UILDM ho conosciuto il mio attuale marito, Cesare, da cui ho avuto quattro figli.

L’incontro con UILDM è stato molto positivo, non conoscevo le malattie neuromuscolari. Ho scoperto un mondo nuovo, fatto di rapporti umani e battaglie per l’inclusione.

Mentre ero in Direzione Nazionale mi sono occupata della parte sociale dell’EAMDA - European Alliance of Neuromuscular Disorders Associations, un’associazione che raggruppa le principali realtà europee che si occupano di malattie neuromuscolari. Eravamo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Il confronto europeo era utile, i Paesi del Nord Europa erano sicuramente più avanti su tematiche come i caregiver e la Vita indipendente. Anche in Italia cominciavano ad arrivare alcune cose, per esempio si iniziava a parlare di ventilazione meccanica anche se ancora solo nella gestione delle emergenze.
Tutti questi aspetti e le tematiche trattate mi interessavano molto, mi piaceva partecipare ai convegni e capire che succedeva al di là del confine.

Mi piaceva anche la medicina e avrei desiderato studiarla: avevo anche tentato ma lavorando non ci sono riuscita. Alla fine ho scelto di fare l’infermiera. La spinta mi è venuta anche da Lucia, una donna con disabilità che seguivo durante i campi vacanze. Mi sono iscritta all’università anche per imparare a prendermi cura di lei.

Mi manca la vita in corsia. Amavo quella vita e, anche se è stato massacrante, mi piaceva il lavoro di assistenza, la quotidianità, il prendermi cura, in tutti i suoi aspetti. Fare volontariato con le persone con malattie neuromuscolari mi ha insegnato tanto. Ho imparato per esempio la movimentazione e la mobilizzazione dei pazienti, cose che poi sono tornate utili nel lavoro.
Ho imparato soprattutto a mettermi in ascolto delle persone.
Accudire una persona ti fa capire cosa c’è di importante. Curare è prendersi cura.

 

(Alessandra Piva)

Ritratto di uildmcomunicazione

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