Irlanda - Italia 10 a 1

share on:

«Nessuno ti guarda con lo sguardo compassionevole che spesso leggi dipinto sul volto di certi italiani (specie in certi hotel blasonati). L’Irlanda batte la nostra Italia per cultura della disabilità 10 a 1». Il racconto di Barbara, socia UILDM di Verona, che da due anni sceglie l’Irlanda come meta dei suoi viaggi accessibili.

Come hai vissuto questi giorni?

«Ho condiviso questa esperienza con degli amici che hanno reso ancor più magico il mio “viaggio della vita”.
L’Irlanda non è un’esperienza che si può raccontare in poche righe; la “terra di smeraldo” la si deve vivere e sentir pulsare dentro le vene, sotto ai propri piedi o nel mio caso, sotto le quattro ruote della carrozzina. Si potrebbe parlare per ore dei miei viaggi in questa terra ricca di storia, cultura millenaria, gente magnifica e natura… così tanta natura che ti sembra di tornare agli albori ancestrali del mondo. Hai presente la canzone di Fiorella Mannoia “i cieli d’Irlanda”? Ogni parola di questa celebre ballata dipinge precisamente cosa ti puoi aspettare di incontrare, vivere e assaporare».

Come hai organizzato questo viaggio?
«Tutta la pianificazione iniziale, dalla ricerca del percorso alle tappe culturali e naturalistiche da visitare l’ho programmato insieme alla mia amica Valentina. Per la prenotazione dei voli e dei B&B accessibili e certificati invece ci siamo affidate a un’agenzia di viaggio di Roma che ci ha seguiti durante tutto il viaggio, sia la prima che la seconda volta. In Irlanda esiste una grande cultura della disabilità (in tutte le sue diversità ed esigenze), sia nella Repubblica (Eire) che nella parte britannica (Ulster). Se posso dare un consiglio spassionato, soggiornate nelle farmhouse o nei b&b. Vi sentirete coccolati come dei membri di famiglia e non solo clienti».

Barriere architettoniche e barriere culturali. A che punto è l’Irlanda?
«Nessuna barriera se non quelle date dalla natura incontaminata. Ci sono alcuni luoghi bellissimi che non sono esattamente accessibili alle carrozzine, anche se la parola “impossibile” per un irlandese è quasi una parolaccia… pur di aiutarti a raggiungere un sito archeologico o anche solo un tavolo di un pub sperduto nella brughiera, ti portano di peso o aiutano chi viaggia con te. La gente è cordiale, allegra, ospitale e nessuno ti guarda con lo sguardo compassionevole che spesso leggi dipinto sul volto di certi italiani (specie in certi hotel blasonati). L’Irlanda batte la nostra Italia per cultura della disabilità 10 a 1, non ci sono dubbi».

E con i mezzi di trasporto (aereo, treno, ecc.)?
«L’aereo è un problema che si deve gestire qui in Italia con la solita assurda trafila della sedia a rotelle in stiva e della verifica delle batterie (sono obbligatori un permesso e una certificazione per le batterie delle carrozzine elettriche o servo assistite, altrimenti nessuna flotta la imbarca). Il volo per me ha sempre rappresentato un problema legato sia alla disabilità che al fatto che sono formosa. Spero che all’aeroporto di Dublino ora abbiano acquistato il sollevatore o abbiano costruito i tunnel che portano dalle piste agli aerei. Nel mio ultimo viaggio, dalla porticina dell’aereo alla fine della lunga scalinata, mi hanno trasportato in discesa e in salita quattro robusti irlandesi, di una gentilezza e cortesia assoluta, che però si saranno giocati la schiena. Per la macchina non ci sono stati problemi: prenotata dall’Italia corrispondeva alle mie esigenze e devo dire che ci siamo trovati bene (consiglio di pagare sempre l’assicurazione aggiuntiva, a noi è servita). Ricordatevi che la guida è a sinistra ma ci si prende facilmente la mano. I trasporti interni sono serviti bene, specie nelle città più grandi. In tal senso però ho sperimentato solo i trenini in legno che dalle contee esterne portavano a Dublino città e un paio di pulmini attrezzati per le zone turistiche delle Giant Causeway e  Cliff of Moher. Non sono mai riuscita a prendere il traghetto per le Aran, però posso confermare che era totalmente accessibile».

L’episodio più significativo di questo viaggio?
«Non c’è un singolo episodio ma un turbinio di emozioni che, anno dopo anno, si amplificano nel mio cuore. Forse la cosa che maggiormente mi ha colpita oltre alla bellezza indescrivibile della natura, è proprio la gentilezza del cuore degli irlandesi. Un piccolo aneddoto: una notte ci siamo persi a pochi km dal b&b che ci ospitava. Non avevamo il navigatore e il cellulare senza internet.  Le strade irlandesi non sono molto illuminate e le case sono poche in certi tratti. Non volevamo chiamare i signori che ci ospitavano nel cuore della notte, quindi, non sapendo cosa fare, abbiamo suonato al cancello di una casa. Ci hanno aperto, risposto con gentilezza e si sono anche offerti di accompagnarci di persona».

Il paesaggio che porterai nel cuore?
«Ogni centimetro di questa terra è scolpito nel mio cuore. Il verde brillante dei pascoli, il blu immenso e mutevole del cielo e del mare, il giallo carico delle ginestre e il viola ciclamino dell’erica. Le scogliere bianche e quelle nere che sembrano schiene di giganti addormentati nel mare. Le case dei pescatori, colorate per ricordare loro la rotta, il profumo della torba pungente e presente quasi ovunque. L’Irlanda non si racconta, si vive!».

Per ulteriori informazioni sull’accessibilità dell’Irlanda: https://www.ireland.com/it-it/sistemazione/articoli/accessibilit%C3%A0/

(v.b.)

Ritratto di uildmcomunicazione

uildmcomunicazione