La ricerca sulla distrofia di Duchenne avanza

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Ricercatore al lavoro, in laboratorio

Promettente approccio di terapia genica sperimentato sul topo mdx, modello di studio per la Distrofia Muscolare di Duchenne. Adesso è necessario poter traslare lo stesso risultato su modelli animali più vicini all’uomo. L’augurio è certamente di un rapido passaggio verso la fase clinica

di Sonia Messina*

Recenti studi svolti da tre gruppi di lavoro indipendenti e pubblicati nel mese di dicembre sulla prestigiosa rivista scientifica Science hanno dimostrato che l'approccio di terapia genica mediante un sistema di correzione genica RNA mediato (CRISPR-Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats /Cas9), coniugato con vettori virali AAV9, permette la correzione dell'alterazione genetica alla base della Distrofia Muscolare di Duchenne.
Questo meccanismo permette di saltare la traduzione dell’esone mutato e di ottenere una parziale riespressione della distrofina, proteina mancante nel muscolo dei topi (topo mdx), modello di studio per la Distrofia Muscolare di Duchenne.

L’effetto si è avuto dopo somministrazione, sia nei muscoli che per via arteriosa, dei vettori coniugati col sistema di correzione CRISPR/Cas9 ed è stato efficace non solo nei muscoli scheletrici, ma anche nel muscolo cardiaco. Inoltre, insieme alla riespressione della proteina, è stato documentato un miglioramento delle capacità funzionali nel topo mdxAdesso è necessario poter traslare lo stesso risultato su modelli animali più vicini all'uomo. Nonché approfondire lo studio su cellule di pazienti con mutazioni del DNA diverse, che danno origine allo stesso quadro clinico.

L'approccio è molto promettente e, per la prima volta nei recenti studi di correzione genica in questo campo, potrebbe essere applicato a tutti i pazienti con Distrofia Muscolare di Duchenne, essendo utilizzabile a prescindere dal tipo di mutazione alla base del quadro clinico. Un passo essenziale sarà inoltre verificare la biodisponibilità dei vettori in organismi più grandi e complessi con la diffusione in tutti i muscoli scheletrici e al cuore. Certamente nei prossimi mesi avremo nuovi interessanti aggiornamenti su questo filone di ricerca e speriamo di poter contribuirvi attivamente. Ci auguriamo per tutti i pazienti un rapido passaggio verso la fase clinica, dopo aver verificato ulteriormente efficacia e sicurezza.

*Ricercatrice dell’Università di Messina - Coordinatore della Ricerca clinico-scientifica Centro Clinico Nemo Sud - Membro della CMS UILDM

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Margaret

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