La salute della donna con disabilità, i risultati.

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Le donne con disabilità hanno ancora un accesso diseguale alle informazioni sulla salute sessuale, agli screening e le informazioni sulla riproduzione e sull’accesso alla genitorialità. Questo nonostante i loro diritti siano riconosciuti nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (si vedano per esempio gli art. 6, 8, 13,23 e 25).

Sono poche le indagini a livello internazionale e nazionale che fanno luce su questa situazione. In generale si riscontra come la situazione sui diritti sessuali e riproduttivi delle ragazze e donne con disabilità in Italia risulti essere ancora drammatica e presenti diverse criticità a causa della mancanza di dati disaggregati per genere.

Pertanto, le donne con disabilità –soprattutto motoria – devono spesso affrontare lo stigma e la discriminazione quando si tratta di visite e controlli ginecologici, di informazioni sulla gravidanza e sulla riproduzione e spesso hanno esperienze di servizi molto scarse e angoscianti. Molte donne con disabilità esprimono particolari difficoltà nell'accedere a un'assistenza sanitaria sessuale riproduttiva completa e di alta qualità a causa della mancanza di accessibilità dei servizi ginecologici-ostetrici, la scarsa formazione dei professionisti medici riguardo alla sessualità e riproduzione in caso di disabilità.

Queste forme di disuguaglianze sanitarie di genere hanno un impatto e profonde ricadute sulla salute femminile e sul benessere psico-emotivo delle donne con disabilità.

Il Gruppo Donne e il Gruppo Psicologi UILDM a fine 2020 hanno iniziato a lavorare su un progetto che coinvolge vari aspetti della vita della donna con disabilità.
In particolare si vuole focalizzare l’interesse sull’accessibilità ai controlli legati alla salute della donna, con riferimenti più allargati al rapporto della persona con il proprio corpo, con la propria femminilità, con il corpo dell’altro che si esprime nella sessualità e con la possibilità di sperimentare percorsi dedicati alla maternità.

Per questo motivo sono stati promossi due questionari, uno dedicato alla donna con disabilità e l’altro all’accessibilità dei servizi ostetrico ginecologici.
L'obiettivo dei questionari - “Rilevazione dell’accessibilità dei servizi ostetrico-ginecologici alle donne con disabilità” e “Sessualità, maternità, disabilità” - è quello di raccogliere dati sulla condizione femminile, dopo circa dieci anni dalla nostra prima indagine sul tema. In particolare, a fronte dei tanti racconti di donne con disabilità che testimoniano le difficoltà incontrate nell’accedere ai servizi di ginecologia e ostetricia, nel mondo femminile UILDM sono iniziate a comparire le prime esperienze positive.

Sessualità, maternità, disabilità

La ricerca ha coinvolto 131 donne con diversi tipi di disabilità e un’età compresa tra i 19 e i 74 anni.

Sono cinque le aree tematiche esplorate dalla ricerca:

  • l’accessibilità dei servizi di ostetricia e ginecologia;
  • la salute sessuale (lo screening, la contraccezione, ect);
  • l’interazione con il personale medico ed ostetrico;
  • l’identità sessuale riguardo al corpo e la percezione di sé;
  • i desideri e gli immaginari sulla maternità.

Alcune delle donne coinvolte hanno partecipato a focus group legati ai temi oggetto del questionario. Il lavoro dei focus group continuerà anche nei prossimi mesi.

Rilevazione dell’accessibilità dei servizi ostetrico-ginecologici alle donne con disabilità
L’inchiesta è stata distribuita a un campione di strutture ed enti sanitari di diverse città, dislocate al Nord, Centro e Sud Italia e continuerà anche nel 2022.
Si tratta di un questionario rivolto ad operatori sanitari e mappatura dei servizi ginecologici-ostetrici: è strutturato in 4 sezioni e raccoglie informazioni sulla struttura, l’accoglienza della stessa, i suoi collegamenti esterni e le informazioni sui singoli servizi erogati.

Il gruppo di lavoro UILDM
Il gruppo di lavoro è composto da donne con disabilità, psicologhe e una dottoranda in Sociologia presso il Dipartimento di scienze della formazione dell'università degli studi di Genova. Nell’ambito del suo progetto di dottorato, sta svolgendo uno studio che si concentra nell’esplorare l'accesso alla sfera della sessualità, violenza istituzionale, desideri riproduttivi, servizi ginecologici-ostetrici, intesi quest'ultimi come spazi di autodeterminazione, consapevolezza e costruzione dell'identità sessuale e di genere.

Martedì 8 marzo i risultati dei questionari sono stati presentati durante un evento digitale dedicato.

Scarica il report in allegato.

(ap)

Ritratto di uildmcomunicazione

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