È stata approvata la legge della Regione Lombardia per la riforma del Welfare secondo il “fattore famiglia”. Il dibattito sulla questione che è di respiro nazionale, è entrato in una fase decisiva visto che il governo Monti ha intenzione di riformare il Welfare, attraverso il lavoro del ministro Elsa Fornero e del sottosegretario Maria Cecilia Guerra. Dal momento, però, che la Sanità è di competenza delle singole Regioni, ognuna può cominciare a riformare il proprio Sistema Sanitario assistenziale, creando a volte delle differenze di gestione a livello territoriale.
Ad esempio, nella notte tra il 15 e 16 febbraio, la Regione Lombardia ha votato un pacchetto di interventi che lega il costo dei servizi sociali al numero di figli minori, di anziani non autosufficienti e di persone con disabilità. Nelle prossime settimane verrà stabilito a partire da quale fascia di reddito far scattare un aumento della compartecipazione delle famiglie alle cure mediche nelle RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale), come sarà distribuita la percentuale di spesa a carico dei nuclei familiari e in che modo inciderà la presenza di figli, anziani e disabili a carico.
Da segnalare come il provvedimento sia indirizzato anche all’assistenza domiciliare (dovrebbe entrare in vigore a fine marzo), modalità di presa in carico della persona con disabilità che da sempre la UILDM tende a privilegiare rispetto al ricovero presso i grandi centri di assistenza.
Il Pirellone sostiene che non verranno colpiti i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e che gli aumenti delle rette riguarderanno solo le famiglie abbienti. Però questi imminenti innalzamenti di spesa non possono lasciarci completamente sereni e indifferenti, soprattutto quando a livello nazionale, con il decreto “Salva Italia” si sta lavorando all’attuazione della riforma dell’ISEE ovvero l’indicatore nazionale che determina la compartecipazione, che ci coinvolgerà tutti. (R.L.C.)