Charcot-Marie-Tooth: nuove implicazioni terapeutiche

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GGP 12002
RUOLO DEI RECETTORI PURINERGICI NELLA MIELINIZZAZIONE: IMPLICAZIONI TERAPEUTICHE PER IL TRATTAMENTO DELLA NEUROPATIA PERIFERICA CHARCOT-MARIE-TOOTH 1A

Durata: 2 anni
Budget: 115.500 euro
Coordinatore: Santina Bruzzone, Centro di Eccellenza per la Ricerca Biomedica (CEBR), Genova

Questo progetto ha l’obiettivo di trovare applicazioni terapeutiche per la malattia di Charcot-Marie-Tooth di tipo 1A (CMT1A).
Si tratta della forma più comune di CMT ed è stato riscontrato che nella maggior parte dei casi essa è associata a una duplicazione del gene PMP22, che causa una sovraespressione, cioè un’eccessiva produzione della proteina corrispondente.
Le caratteristiche cliniche comprendono debolezza distale e simmetrica delle estremità inferiori, deperimento dei muscoli dei piedi e delle gambe e crescente difficoltà di deambulazione. La lenta velocità di conduzione dei nervi è causata da demielinizzazione del nervo periferico.
Sebbene il difetto genetico sia noto, i meccanismi molecolari alla base della CMT1A devono essere ancora chiariti e al momento non è disponibile alcuna terapia.

Il gruppo di Santina Bruzzone ha scoperto che un eccesso di PMP22 causa la sovraespressione del recettore delle purine del tipo P2X7 nelle cellule di Schwann derivate da pazienti con CMT1A e, di conseguenza, altera l’omeostasi [stabilità interna, N.d.R.] del calcio intracellulare che è regolata da questo recettore.
Con questo studio, i ricercatori verificheranno la possibilità di correggere queste alterazioni biochimiche in un modello animale, un tipo di ratto con mutazione della PMP22 e con caratteristiche patologiche che ricordano la patologia umana CMT1A.
Nello specifico, la ricerca verificherà l’efficacia di un antagonista del recettore purinergico P2X7 nel ripristinare i normali livelli della concentrazione intracellulare di Ca2+  [ione calcio, N.d.R.] e il processo di mielinizzazione “in vitro” in colture di cellule di Schwann [sono quelle che circondano la fibra nervosa, N.d.R.] e “in vivo” nel ratto CMT1A. Verranno anche testati altri composti che modificano i livelli intracellulari di piccole molecole, importanti nella trasmissione del segnale dei recettori purinergici.
L’uso di questi composti, alcuni dei quali sono farmaci già in uso per altre patologie umane, potrebbe costituire il primo trattamento che mira a correggere un meccanismo patogenetico alla base della demielinizzazione nella CMT1A e aprire nuove opportunità terapeutiche per le persone affette da questa malattia.

Si ringraziano per le notizie fornite e per l’elaborazione del testo Renato La Cara e l’Ufficio Scientifico di Milano della Fondazione Telethon.

Testo redatto nell’agosto del 2012.

Per ulteriori dettagli o approfondimenti:

Coordinamento della Commissione Medico-Scientifica UILDM (referente: Crizia Narduzzo), c/o Direzione Nazionale UILDM, tel. 049/8021001, commissionemedica@uildm.it.

Data dell’ultimo aggiornamento: 15 novembre 2014.

Ritratto di admin

Margaret

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