In Vacanza Catturo Le Emozioni

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Manuela Romitelli, socia UILDM e collaboratrice della nostra rivista DM, ha scelto di vivere una vacanza romantica e itinerante con Gaetano, il suo fidanzato.

«A volte si pensa che sia necessario andare lontano per divertirsi e invece non è così – ci spiega - Personalmente mi sono stressata molto meno senza prendere navi o aerei (oltretutto odio l’aereo per tutti i disagi che devo affrontare essendo in sedia a rotelle)».

Quali sono state le vostre mete?
«Abbiamo scelto di restare in Abruzzo, la mia regione. Qualcuno potrebbe pensare che sono di parte, ma è davvero una regione bellissima che offre tutto: dal mare alla montagna, posti ricchi di storia e arte, oltre al buon cibo e tanto relax. Siamo tornati anche ad Ascoli Piceno, nelle Marche, una città incantevole che consiglio a tutti di visitare. Ricca di storia e arte, oltretutto abbastanza accessibile. E poi siamo stati a Roma, per il concerto di Laura Pausini al meraviglioso Circo Massimo. Sono una pausiniana doc da ben 25 anni. Per l’occasione abbiamo visitato un po’ la città eterna, ci eravamo già stati ma ogni volta è come la prima volta. È immensa. Però a livello di accessibilità non è proprio il massimo. Nonostante io sia in carrozzina elettrica trovo parecchie difficoltà, ma ne vale la pena. Anche se con molti sforzi».

Come avete organizzato questi giorni?
«Con poco preavviso, abbiamo deciso di fare qualche giorno di mare a Giulianova (la mia città natale) e la mattina stessa siamo andati in hotel. Solitamente prima di partire cerchiamo su Booking.com un hotel accessibile, ma conoscendo bene Giulianova siamo andati sul sicuro, alla scoperta di paesi molto caratteristici».

Barriere architettoniche e barriere culturali. Avete incontrato difficoltà?
«Le barriere le incontriamo sempre, inutile dirlo. Direi che dove ci sono quelle architettoniche ci sono anche quelle culturali. Siamo ancora molto indietro dall’idea di un mondo per tutti, però qualche passo avanti - negli ultimi anni - è stato fatto».

Il momento più emozionante di questa vacanza?
«La condivisione di tutto con la persona che amo».

Il paesaggio che porterai nel cuore?
«Come ho scritto anche nei miei profili Facebook e Instagram, catturo le emozioni. Non esiste un paesaggio particolare che porto nel cuore, ma le emozioni che provo nel condividere tutto con il mio compagno. Noi amiamo fare le stesse cose. Nonostante le mille difficoltà, a causa della mia disabilità, lui riesce a rendere tutto più semplice, anche ciò che non lo è».

Tra le mete di questo viaggio, qual è il posto che hai trovato più accessibile e perché?
«Direi che Giulianova è abbastanza accessibile. Si può tranquillamente girare in sedia a rotelle per il lungomare e anche la maggior parte dei Lidi sono dotati di passerella. C'è molta disponibilità da parte dei gestori e i locali sono comodi. Per quanto riguarda i negozi invece hanno tutti il gradino per accedere. Comunque consiglio questa meta a chi vuole fare un po' di mare nella riviera adriatica, è anche in una buona posizione per raggiungere la montagna».

Quali caratteristiche che deve avere un posto per essere davvero accessibile secondo te?
«Accessibilità significa permettere a tutti, senza escludere nessuno, di poter fare le stesse cose, magari con modalità differenti. Siamo tutti ospiti dello stesso pianeta, e non capisco perché non venga spontaneo “costruire” un habitat pensando alle esigenze di tutti. Non voglio fare retorica, ma bisognerebbe lavorare dal basso, sradicando le barriere culturali per eliminare le barriere architettoniche».

Quale significato daresti al termine vacanza?
«Innanzitutto significa interrompere la propria routine quotidiana. Se da una parte può spaventare un po’ non avere i confort della nostra casa, dall’altra ci fa sentire più “liberi”. È come portare un leone in gabbia in un parco, volendo usare una metafora. Ma la cosa più bella è venire in contatto con nuove realtà».

Un messaggio a tutte le persone con disabilità che rinunciano alle vacanze per evitare gli eventuali disagi?
«Innanzitutto è necessario avere qualcuno (che sia il proprio partner, un amico o un familiare) che conosca perfettamente le nostre difficoltà e sia in grado di aiutarci e far fronte agli imprevisti che in vacanza capitano sempre. Garantisco. Altrimenti è meglio non rischiare. Ovviamente mi riferisco a chi ha una disabilità come la mia, che ha necessariamente bisogno di qualcuno per fare tutto. Detto questo, occorre tenere bene in mente le proprie esigenze e dotarsi di una pazienza infinita (anche quando finisce) e forte spirito di adattamento, poiché gli inconvenienti in vacanza sono un “must”. Dopodiché organizzare tutto nei minimi dettagli, per quanto possibile, e mantenere un po' di leggerezza mentale, altrimenti si rischia di stressarsi ancora prima di partire».

(v.b.)

Ritratto di uildmcomunicazione

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