Violenza sulle donne – Parlano i dati

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Quando si parla di violenza sulle donne si fa riferimento a “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata” (Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, 1993).

Tra i tipi di violenza che una donna può subire nel corso della sua vita si inseriscono la violenza sessuale, la violenza fisica, psicologica, economica e lo stalking.

Vediamole nel dettaglio.

Violenza sessuale

Nella normativa nazionale la violenza sessuale si riferisce a chiunque, con la forza o con la minaccia o l’abuso di autorità, forzi un’altra persona a commettere o subire atti sessuali (Codice penale, articolo 609bis) e include lo stupro e le molestie sessuali. Solo nel febbraio 1996 la violenza sessuale ha cessato di essere “un crimine contro la morale pubblica” ed è stato riconosciuto come un “crimine contro la persona”.

Violenza fisica

La violenza fisica va da forme relativamente miti a molto gravi: la minaccia di essere fisicamente colpita, spinta, strattonata, picchiata, schiaffeggiata, presa a calci, minacciata o colpita con armi o sottoposta a tentativi di strangolamento, soffocamento, bruciature. La legislazione italiana fa riferimento a una serie di reati quali percosse, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia, omicidi colposi e volontari.

Violenza psicologica

La violenza psicologica include denigrazione, controllo del comportamento, strategie di segregazione, intimidazioni, gravi restrizioni finanziarie imposte dal partner o dai famigliari. L’obiettivo è quello di rendere insicura la vittima e fare in modo che si senta responsabile delle azioni di chi la maltratta.
Nella legislazione italiana si fa riferimento a una serie di reati quali la minaccia, la violenza privata, l’aborto di donna non consenziente, lo stato d’incapacità procurato mediante violenza, la violazione di domicilio, il sequestro di persona, l’abbandono di persona minore o incapace.

Violenza economica

Tra le forme di violenza economica possono esservi l’impedimento di conoscere il reddito familiare, di avere una carta di credito o un bancomat, di usare il proprio denaro e il costante controllo su quanto e come si spende.

Stalking

Per essere definiti come stalking, gli atti persecutori devono ripetersi nel tempo e generare nella vittima ansia e timore al punto di condizionarne le abitudini.
Nel febbraio 2009 l’Italia ha adottato una legge anti-stalking che lo trasforma in un reato penale, punibile con la reclusione da sei mesi a quattro anni (Legge 23 aprile 2009 e codice penale, 612bis).

 

I dati

Secondo i dati di una ricerca ISTAT condotta nel 2014 il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Nel 2014 sono il 26,4% le donne che hanno subito volenza psicologica o economica dal partner e il 46,1% da parte di un ex partner. Le violenze psicologiche più gravi (le minacce e l’essere chiuse in casa o l’essere seguite) riguardano l’1,2% delle donne in coppia, per un totale di 200 mila donne, mentre i figli sono stati oggetto di minaccia e ritorsione per circa 50 mila donne (0,3%). Per le donne che si sono separate la strumentalizzazione e la minaccia dei figli raggiunge il 3,4%, le violenze psicologiche più gravi il 13,5%.

La violenza sulle donne è pertanto una delle emergenze sociali del nostro Paese. La situazione peggiora quando le vittime sono donne con disabilità, che hanno maggiori difficoltà a difendersi e a denunciare.

Critica, infatti, secondo la ricerca ISTAT è la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subito violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi (contro il 31,5% delle altre donne). Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7%) rispetto ad altre donne. Il 21,6% delle donne con disabilità ha subito comportamenti persecutori contro circa il 14% delle altre donne.

Essere donna e persona con disabilità comporta il rischio di essere doppiamente discriminata, in quanto donna e in quanto persona con disabilità. Molto spesso le donne con disabilità sono considerate esseri asessuati: questo è già di per sé una forma di violenza perché non vengono riconosciute come persone che possono decidere della loro vita in maniera autonoma, esprimendo la propria volontà. Se a questo si aggiungono violenze psicologiche o fisiche messe in atto dalle persone che si prendono cura di loro o da soggetti esterni, molto spesso si rischia che il fenomeno rimanga sottotraccia per la difficoltà a riconoscere e descrivere gli eventi, o, peggio, a essere credute.

(ap)

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