Ciò che rende possibile (e non) la tecnologia

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Articolo pubblicato sul numero 198 della rivista DM - di Renato La Cara

Pasquale ha creato un sito internet per la sua squadra di powerchair hockey, di cui segue anche i Social network. Sul modello delle famose figurine Panini, ha creato quelle dei suoi compagni di squadra e sogna un mouse adattato per giocare online con gli amici.

Nonostante la sua patologia, l’atrofia muscolare spinale di tipo 1.9, fa le cose che gli piacciono, come creare siti internet, frequentare l’università e praticare il powerchair hockey. Si tratta di Pasquale Improta, 21enne che vive a Sedriano e socio di UILDM Milano. Pasquale fa parte anche del Gruppo Giovani della Sezione lombarda. Attualmente frequenta il secondo anno di Giurisprudenza all’Università Bicocca (con ottimi voti) e si reca all’ateneo quattro volte alla settimana, percorrendo circa 60 chilometri in macchina ogni giorno. Pasquale è inoltre giocatore di una delle due squadre di hockey in carrozzina milanesi, il Dream Team, ma la sua passione è soprattutto l’informatica. Il suo impegno creativo è fondamentale per la gestione della comunicazione della società supportata a livello logistico, organizzativo e di trasporti da UILDM Milano.

Come nasce la tua idea di creare un nuovo sito internet per il club?

Volevo aiutare il più possibile i miei compagni non solo sul rettangolo di gioco, così ho deciso di creare, solo con l’indice e il pollice (la sua patologia non gli permette di muovere neanche le mani, ndr) e da autodidatta guardando vari tutorial, il nuovo portale web della squadra. Sono partito da zero ma la mia determinazione è stata superiore a qualsiasi cosa. Seguo i Social network del Dream Team e lo faccio per passione. Sono in costante contatto con altri ragazzi come me di altri club di diverse città. È bello sentirmi parte di un gruppo e la cosa più importante per me è far conoscere la nostra disciplina sportiva il più possibile, senza confini. Abbiamo tifosi che ci seguono, grazie a internet, anche dall’estero. Stiamo ottenendo buoni risultati, visto che ogni mese il nostro sito può contare su oltre 2 mila visualizzazioni complessive e centinaia di utenti unici ogni settimana. Siamo solo al secondo anno dalla sua creazione ma ho in mente per la prossima stagione delle novità. Mi piacciono le sfide.

Hai anche pensato di creare delle figurine digitali per i giocatori e i dirigenti del Dream Team.

Sì, è vero. L’idea è arrivata guardando le classiche figurine dei calciatori Panini. Ho immaginato che avrei potuto fare la stessa cosa con le foto di tutti i ragazzi che praticano hockey in carrozzina. Per il momento sono riuscito a farlo solo per i miei compagni di squadra ma sarebbe bello creare una vera e propria collezione con figurine da stampare a colori per riempire un album completo, da distribuire in tutta Italia. Un nuovo progetto che, chissà, si potrebbe anche realizzare in futuro.

Come hai affrontato le molteplici difficoltà che comporta la tua patologia?

Con il supporto dei miei genitori, dei dottori dell’ospedale Buzzi, oltre che di Famiglie SMA e di Chiara Mastella del SAPRE. Alla nascita i medici mi avevano dato inizialmente meno di due anni di vita. Crescendo sono riuscito a vivere con positività e allegria, con la battuta pronta per stemperare le brutte situazioni e le cattive notizie. Pur avendo una malattia grave comunque ho sempre degli obiettivi da raggiungere, mi piace cimentarmi in nuove esperienze e smentire i tanti che non credono io possa affrontarle. Quando realizzo i miei obiettivi sono doppiamente soddisfatto perché sono consapevole di quello che posso fare considerando le tante difficoltà oggettive, ma questo non vuol dire non provarci ogni volta e dimostrare le mie qualità. Non voglio mai mollare, sono molto determinato in tutto quello che faccio.

Cosa consiglieresti ad un ragazzo che vive la tua stessa condizione?
Anche se un giovane ha una malattia neuromuscolare non deve abbattersi: è possibile realizzare comunque cose importanti per sé e per gli altri. Non mi piace arrendermi: la prima sfida da affrontare è con se stessi. Alle spalle ci vogliono una famiglia o degli amici che siano vicino e ci sostengano, è necessario però anche coltivare una forte determinazione personale per affrontare la vita di tutti i giorni. Alcune volte sono stato io a motivare i miei familiari, e credo sia importante affrontare la vita con leggerezza perché non serve a nulla abbattersi. Vorrei dire a tutte le famiglie che hanno ricevuto una diagnosi di una patologia neuromuscolare per un proprio figlio che questa non deve essere fonte di smarrimento e delusione, ma anzi un modo di affrontare la realtà in un modo diverso ma comunque speciale.

Dato la tua passione per l’informatica e il calcio, ci sono iniziative che vorresti realizzare?
Quando una persona con disabilità si ammala è costretta a stare tanti giorni in casa. Come può restare in contatto con i propri amici? Spesso noi ragazzi vogliamo divertirci insieme online. Nel mio caso non riesco a utilizzare il joystick delle consolle, così ho deciso di provarci attraverso il mouse del pc. La mia battaglia è quella di poter consentire anche alle persone con disabilità motoria grave di avere le stesse opportunità di tutti. Per questo ho contattato i responsabili di una nota casa produttrice di giochi, che però non sono ancora riusciti a risolvere il problema. A oggi mi rimane impossibile. Vorrei che tra dieci anni un bambino con la mia stessa patologia possa avere a disposizione gli strumenti per giocare con i suoi amici.

Ritratto di uildmcomunicazione

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