Cooperative italiane, la situazione aggiornata

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Donna disabile al lavoroIl 16 ottobre u.s. sono stati resi noti i risultati della XXII° Analisi Congiunturale del panorama delle cooperative italiane. Le cifre analizzate dal Centro Studi Elabora si sono rivelate ricche di preziose informazioni, curiosità e spunti di riflessione. E’ emerso uno spaccato della situazione in cui vivono le medie e piccole aziende cooperative del nostro paese: un dignitoso presente che potrebbe trasformarsi, presto, in un futuro ricco di insidie, legate a doppio nodo alla recessione congiunturale e al lungo ciclo dei debiti degli stati sovrani.

Senza alcun dubbio, i problemi più gravi riscontrati dalle cooperative sono stati il credito bancario razionato e costoso, l’aumentata pressione tributaria e il ritardo dei pagamenti da parte dello Stato. A fronte del periodo di crisi che si dilunga da alcuni anni, il sistema bancario italiano ha ridotto la sua erogazione di liquidità alle imprese, provocando una conseguente frenata sugli investimenti. Per il 33,5% delle cooperative, soprattutto a causa del prolungamento dei tempi di pagamento, l’offerta di liquidità da parte delle banche è peggiorata, per il 53,5% è rimasta invariata e solo per il 13% è migliorata in maniera sensibile.

Ma non ci sono solo notizie negative. Le cooperative italiane si sono confermate in controtendenza nell’ambito dell’occupazione. Il 66% dei cooperatori ha mantenuto intatti i livelli occupazionali, il 18% ha incrementato il numero dei lavoratori (percentuale che scende però al 6,7% nell’Italia del Sud) soprattutto grazie all’apporto rilevante delle imprese non-profit e delle cooperative sociali e solo una cooperativa su cinque è stata costretta a licenziare la manodopera occupata, dato tra i migliori in assoluto.

Le analisi congiunturali del secondo quadrimestre dell’anno in corso non si sono soffermate solo a leggere la situazione del periodo interessato, ma hanno offerto delle previsioni per i prossimi mesi. Il 28,4% delle imprese cooperative ha evidenziato aspettative di incremento del proprio fatturato, il 22,2% si aspetta una flessione dei ricavi e il 49,4% non immagina variazioni evidenti. Sicuramente, e questo è il dato che deve farci più preoccupare, peggiorano le previsioni sulle nuove assunzioni. Il 22% prevede di non poter assumere nuovo personale qualificato, rispetto alle cooperative in crescita che si attestano solo al 12%.

In una situazione intermedia, troviamo la stragrande maggioranza delle cooperative, che al momento non riescono a prevedere né assunzioni né licenziamenti, costrette a vivere un periodo prolungato di pesante incertezza. Inoltre, è da sottolineare che il 90% dei dirigenti delle cooperative intervistati non si aspettano nessun miglioramento del quadro macroeconomico a breve termine, il che dimostra la scarsa fiducia nell’uscita in tempi brevi dalla stagnazione economica in cui siamo immersi.

Se la situazione di accesso al credito bancario non dovesse migliorare e se il governo decidesse di confermare l’aumento dell’IVA alle cooperative sociali, andremo sicuramente incontro ad un pericolosissimo avvitamento della crisi per tutto il settore cooperativo. Perciò ci auguriamo che vengano effettuate scelte oculate che guardino alla crescita e che non penalizzino ulteriormente chi crea ricchezza e mantiene stabile l’occupazione. (R.L.C.)

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Margaret

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