Cooperazione italiana: 2001-2011, decennio di rafforzamento

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Donna disabile al lavoroLa Fondazione Censis ha presentato il 29 novembre 2012 a Roma il “Primo rapporto sulla Cooperazione in Italia”, frutto di analisi e studi approfonditi sullo stato di salute della galassia cooperativa italiana nell’ultimo decennio. La realtà emersa è risultata vivace, ben organizzata e, dato più importante, in costante crescita.

Le cifre rappresentano, più di qualsiasi parola, il virtuoso esempio del modello cooperativo. Per il decennio 2001-2011 il numero delle cooperative italiane è passato da 70.029 a 79.949, e al penultimo trimestre del 2012 il numero totale è salito ulteriormente, raggiungendo quota 80.844 cooperative.  Sono cresciute il doppio (+14%) rispetto alle aziende italiane, rappresentando cosi il 15% dell’intero tessuto economico e produttivo nazionale.

Di conseguenza, nonostante il forte periodo di crisi, è aumentata anche l’occupazione diretta tra soci e non associati, che sono passati, tra il 2007 e il terzo trimestre 2012, da 1 milione 213mila lavoratori a 1 milione 341mila. Lo studio del Censis dimostra come il comparto cooperativo abbia retto, meglio degli altri, il periodo prima di stagnazione e poi di profonda recessione che ha devastato il nostro tessuto produttivo. “L’andamento positivo di lungo periodo – dice il Censis - trova spiegazione nella solidità intrinseca del modello cooperativo e nella sua logica di crescita incrementale che se da un lato risulta più rigida nello sfruttare le accelerazioni di mercato, quando si presentano, dall’altro lato riesce a difendersi con maggiore fermezza alle dinamiche negative grazie ai suoi meccanismi compensativi interni”.

Dato che non deve sorprendere è quello della Cooperazione Sociale, che ha letteralmente trainato la crescita, producendo un vero e proprio boom di nuovi lavoratori assunti: +17,3% dal 2007 fino al 2011 incluso; a confronto di un -3,6% del comparto industriale, di un -9,3% delle costruzioni e di un impercettibile +0,5% del settore agricolo. L’area geografica che ha visto aumentare maggiormente il numero degli occupati è il Nord Est (+9,1%) e a seguire il Centro (+8,5%), il Nord Ovest (+7,9%) ed il Sud e Isole (+3,6%). Inoltre, il Terziario Sociale che riguarda l’ambito educativo, formativo, i servizi sociali e sanitari, i servizi ricreativi e quelli ludico-sportivi, con oltre 14mila cooperative attive (18% del totale nazionale) e più di 300mila addetti (quasi uno su quattro) è uno dei settori in cui – afferma il documento del Censis -“l’impronta cooperativa si fa sentire con maggiore forza, visto che su 100 occupati attivi in questa area ben il 23,7% sono lavoratori di cooperative. 

Del tutto particolare è il caso dei servizi sociali e sanitari, in cui si concentra peraltro la quota più rilevante di occupati, ed in cui la cooperazione rappresenta oramai il vero pilastro dell’offerta di servizi, considerato che su 100 addetti, il 49,7% appartiene al mondo cooperativo”. Sul podio delle cooperative suddivise per tipologie, si piazzano al primo posto quelle che offrono Servizi (32,9%), al secondo quelle cooperative del settore Agroalimentare e pesca (23,1%) e al terzo le cooperative Sociali di tipo A (20,2%). A seguire ci sono le imprese cooperative dell’Industria con il 10,7%, quelle Sociali di tipo B con l’8,3% ed infine quelle legate al Consumo e Distribuzione che rappresentano il 4,7%. Da sottolineare, vi sono le dimensioni occupazionali delle cooperative nel nostro Paese. Si tratta di realtà medio - grandi, visto che solo un terzo ha meno di 10 occupati attivi, mentre la maggioranza è composta da cooperative che hanno dai 10 ai 50 lavoratori. Ben il 7,3% supera la soglia delle 100 unità, numero limitato ma che genera il 67,8% dell’intero volume occupazionale. 

Ma quali sono i punti di forza e i segreti del loro successo? Secondo le note del rapporto del Censis, i principali fattori di eccellenza sono la fiducia che godono nei confronti dei clienti ed il radicamento sul territorio, con una accentuata forma di compartecipazione allo sviluppo delle realtà locali e al miglioramento del loro tessuto con interventi ad hoc, come ad esempio opere di utilità sociale e di salvaguardia dell’ambiente. Una delle sfide più interessanti per la cooperazione italiana, ancora da realizzare pienamente, sono l’innovazione e l’internazionalizzazione. Anche la riscoperta del valore della partecipazione dei soci-lavoratori nelle scelte aziendali, la forte componente femminile negli organi di amministrazione e la giovane età dei dipendenti sono ulteriori caratteristiche positive del mondo cooperativo italiano.

Il “Primo rapporto sulla Cooperazione in Italia” non presenta, però, solo gli elementi positivi, ma analizza anche le criticità che le cooperative devono affrontare e i loro strutturali punti deboli. Gli ostacoli al loro ulteriore sviluppo sono soprattutto di carattere economico –gestionale, visto che soffrono di una mancanza di liquidità il 24% delle cooperative,  di un rilevante calo della domanda privata a seguito della crisi il 32%, ben il 34% subisce pesanti ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e una cooperativa su quattro fa fatica ad affrontare l’onere dei costi eccessivi dei carburanti e delle energie utilizzate.

Nonostante queste pur rilevanti problematiche, i dati rilevati dal Censis dimostrano che il mondo della cooperazione italiana si è rafforzato negli ultimi anni e si candida ad essere il modello per la ripresa dell’economia nel nostro Paese.

Renato La Cara

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Margaret

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