L’amministrazione comunale di Cornaredo (MI) ha approvato una mozione riguardante la ratifica al Secondo manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell'Unione Europea. Lo racconta Silvia Lisena, consigliere comunale della città e membro del Gruppo Donne UILDM.
L'idea di presentare una mozione relativa al Secondo manifesto mi balenava in mente già da mesi. Da quel novembre 2014 in cui sono entrata a far parte del Gruppo Donne, la consapevolezza e l'onere (e onore) di essere una donna con disabilità sono stati il mastice che hanno unito i frammenti sparsi della mia anima che cercavano un posto, un senso, un'ancora a cui aggrapparsi per proseguire il corso della vita.Ho studiato, ho discusso, ho sgretolato certezze ricostruendole, ho applicato ciò che leggevo alla mia esperienza e a quella delle altre testimonianze in cui mi imbattevo: poi ho scrutato la società che frequentavo e ho capito che era ora di agire.Sull'esempio di altre associazioni e altri Comuni che avevano ratificato il Secondo manifesto - tra cui Sassari, grazie all'allora consigliera e referente del Gruppo Donne UILDM Francesca Arcadu - ho deciso di sottoporre la mozione di adesione al Comune di Cornaredo (MI). Non è stata completamente una novità, perché infatti il tema delle discriminazioni multiple subite dalle donne con disabilità aveva già toccato le corde della scorsa amministrazione: nel 2018, infatti, con il patrocinio dell'Assessorato alle Pari Opportunità avevo pubblicato il Quaderno Tematico sulla violenza sulle donne con disabilità e, in alcuni eventi, avevo dato il mio contributo in merito.L'approvazione all'unanimità della mozione è stata un traguardo che dimostra come alcune questioni fortunatamente trascendano le differenti visioni politiche: anche dalla minoranza, infatti, sono arrivati interventi e commenti che mostravano un'enorme sensibilità e comprensione.Ed ora? Come disse Cesare: “alea iacta est” cioè “il dado è tratto”. Quando si ignora qualcosa, forse è maggiormente spiegabile la mancanza di adesione a lotte e proteste; ma quando la si ha davanti agli occhi, non si può più far finta di niente. Noi donne con disabilità esistiamo, ed esistiamo in quanto fusione della componente di donna e di quella di persona con disabilità. Ci siamo e chiediamo di essere viste, ascoltate, appoggiate. Da chiunque: uomini e donne con e senza disabilità. Non c'è cosa più bella dell'esistere perché è da qui che parte tutto, quella rivoluzione che sembrava un'utopia difficilmente realizzabile.Spero che questo meraviglioso atto del Comune di Cornaredo possa costituire un faro per gli altri Comuni italiani che volessero seguirne l'esempio. Per cambiare sé stessi e il mondo.