Eclissi dei diritti per l’handicap? Considerazioni su 5 per mille e altre storie

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Dopo lo “scippo” del 5 per mille, perpetrato alla Camera dei Deputati con l’approvazione della Legge di stabilità, il mondo del volontariato e dell’associazionismo rinserra le fila e cerca di analizzare più a fondo i danni che questa manovra potrà provocare se approvata definitivamente anche dal Senato della Repubblica.

Perché lo svilimento e “svuotamento” del 5 per mille rischia di essere nient’altro che la classica punta dell’iceberg, ovvero la parte emergente del pericolo infinitamente più grande costituito dalla mole sommersa di quei provvedimenti nascosti alla vista dell’opinione pubblica, per nulla aiutata a comprendere dai soliti mass-media distratti, superficiali o addirittura latitanti come commenta Franco Bomprezzi: “le poche cose che sono state scritte sembrano provenire direttamente dalla cartella stampa del Ministero dell'Economia”.  

Come evidenzia invece la FISH e sottolineano il presidente nazionale della UILDM Alberto Fontana e la presidente della Sezione UILDM di Sassari Francesca Arcadu, nel dettaglio dei provvedimenti previsti dalla Legge di stabilità si registra innanzitutto il definitivo azzeramento del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze, istituito nel 2006 con l’obiettivo di sviluppare prestazioni mirate all' “attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali”, decisione che “metterà brutalmente fine a molti percorsi di presa in carico delle persone con disabilità da parte dei servizi”.

Pietro Barbieri

Il presidente della FISH Pietro Barbieri

“A questo vuoto” leggiamo ancora in una nota della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap “andrà a sommarsi la drastica riduzione prevista anche per il Fondo per le Politiche Sociali, una combinazione esplosiva di tagli indiscriminati che rappresenta una spallata contro moltissimi tentativi di fare uscire le persone con disabilità dagli istituti. Diritti, come quello a una vita indipendente, ai quali il Governo risponde con uno stop definitivo a tutti quei progetti mirati alla permanenza nella comunità delle persone con disabilità, a cominciare da quelle che non hanno più una famiglia in grado di supportarle”.

E infine, il lavoro, altra questione in cui, secondo la FISH, “viene ulteriormente esplicitata la spinta verso gli istituti, alla luce del significativo taglio che interesserà il Fondo Nazionale per il Diritto al Lavoro dei Disabili”. Infatti, conclude la nota, “senza servizi, senza opportunità, senza reddito, senza politiche mirate all’inclusione, l’unica alternativa prospettata dallo Stato resta solamente quella della reclusione”.

Nota ancora Bomprezzi che, peraltro, “In questo bilancio non compare il taglio cospicuo ai fondi per l'inclusione scolastica (non a caso è partito a Milano il primo ricorso a norma di legge antidiscriminazione). Il punto è che misure così drastiche rischiano, questa volta davvero di favorire la reclusione in casa delle persone con disabilità, che si troveranno senza assistenza domiciliare, senza servizi, senza sostegno alla Vita Indipendente, che faticosamente si stava diffondendo anche grazie all’impegno di alcune Regioni”.

Ma non finisce qui. Come è risaputo, anche e soprattutto nell’universo della disabilità, al peggio non c’è mai fine. E i nostri infaticabili parlamentari hanno allo studio altri progetti per rendere inesigibile il sacrosanto diritto dei disabili alla propria assistenza e autonomia e alla propria eguaglianza, sancito dall’Articolo 3 della Costituzione.

Ecco quindi l’idea di Domenico Di Virgilio, deputato e vicepresidente del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà (PdL). Visto che questo Governo è stato "costretto suo malgrado” a ridurre ulteriormente gli stanziamenti destinati alle persone disabili e non autosufficienti, bisogna trovare dei finanziamenti alternativi a costo zero per l'Erario.

Come fare? Dando un’impronta sociale al Superenalotto… destinando cioè una quota del montepremi del Superenalotto a iniziative in favore dei disabili e dei malati cronici non autosufficienti e alla ricerca scientifica in ambito sanitario. Spiega Di Virgilio: “L’idea rappresenterebbe una sorta di vincita per tutti, attraverso la destinazione del 50 per cento della quota eccedente a 75 milioni di euro, qualora naturalmente il monte premi totale superi tale importo”. 

Nota bene: il prelievo agirebbe sulle vincite, non certo sulle giocate, che andrebbero invece a rimpinguare comunque le casse dello Stato. Di Virgilio parla di impegno economico per il bene comune, con giocatori e vincitori dei premi sicuramente felici di contribuire a migliorare l’assistenza e la ricerca in Italia. Ancora più contento sarebbe però lo Stato, che non sborserebbe neanche un quattrino in tutta l'operazione. Non solo: il contributo si configurerebbe soltanto nel caso di superamento da parte del montepremi del Superenalotto della soglia dei 75 milioni di euro. Insomma, una specie “diritto a corrente alternata”.

Chiudiamo allora, ancora con le parole di Franco Bomprezzi: “Siamo alla vigilia di un altro 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità e spero solo che ci sia il buon gusto di non inventarsi celebrazioni pubbliche. Ma temo che anche su questo sarò clamorosamente smentito. Stiamo davvero toccando il Fondo”. (R.R.)

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Margaret

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