I social network al servizio del Non Profit?

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UnioneFa_LaForzaLa Fondazione Sodalitas, in collaborazione con l’Istituto Italiano della Donazione, ha compiuto uno studio intitolato “La comunicazione digitale nel non profit: usi, rischi e opportunità” nel quale si dimostra  come il Terzo Settore italiano, a prescindere dalle dimensioni e dalle caratteristiche delle organizzazioni interessate, utilizza molto i social network per farsi conoscere ed incrementare la propria notorietà, ma non a sufficienza per quanto concerne la raccolta fondi e donazioni.

Questa ricerca ha coinvolto ben 289 organizzazioni non profit che hanno dichiarato di adoperare questi strumenti web come strumento importante ed efficace per migliorare la propria visibilità. La parte del leone la fanno le Associazioni, che rappresentano il 40,8% del campione totale, seguono distanti le Cooperative Sociali (21,2%), le Organizzazioni non governative (17,2%), le Fondazioni (11,5%) e le Organizzazioni di 2° e 3° livello (9,3%).

Se valutiamo le dimensioni, sono principalmente le grandi organizzazioni (39,2%) che fanno largo uso della rete per farsi pubblicità e sponsorizzare i propri progetti, ciascuna con entrate superiori ai 2 milioni di euro; le medie possono contare su raccolte fondi complessive che vanno dai 250mila ai 2 milioni di euro a fronte, invece, delle piccole associazioni che ricavano dall’utilizzo del web non più di 250mila euro (entrambe le categorie delle medie e piccole organizzazioni costituiscono ognuna un campione del 30,4% rispetto al totale). Tra le ONP, al quarto posto si posizionano le organizzazioni rivolte alle persone con disabilità (16,4%), appena fuori dal podio, che vede al primo posto quelle della Cooperazione e solidarietà internazionale (23,7%), dell’Assistenza sociale (22,6%)e dell’Assistenza alle Comunità nei paesi in via di sviluppo (17,6%).

Dato che testimonia la familiarità dell’uso dei social network da parte delle associazioni del Terzo Settore è che l’80,5% li utilizza e si rivolge a questi nuovi strumenti virtuali soprattutto per ottenere maggiore visibilità (85,7%) e per sensibilizzare i cittadini alla propria social mission (69%). Invece, se analizziamo quante organizzazioni adoperano questi mezzi per la raccolta fondi, solo il 15,6% ha risposto affermativamente e pochissime hanno riscontrato un concreto beneficio (10,3%). Su questo campo d’azione, perciò, c’è ancora da lavorare e da migliorare.

Il canale più conosciuto e, soprattutto, quello più utilizzato dal Terzo Settore è senza dubbio Facebook (per il 76,8% delle organizzazioni non profit), a seguire Youtube (46,7%), Twitter (44,5%), Google+ (15,8%) e Linkedin (14,7%). Le esperienze di uso di tali sistemi sono tendenzialmente positive per oltre la metà delle organizzazioni interpellate. Chi ha riscontrato delle criticità, le ha ravvisate riguardo al fattore temporale dei benefici effettivi ricevuti (76,8%) e alle risorse umane da dedicarvi (49,5%).

Un fenomeno rilevante da segnalare, inoltre, è quello del Crowfunding: processo attraverso cui poter mobilitare persone e risorse verso il sostegno di una causa specifica o progetto, che sta interessando a livello internazionale anche il Terzo Settore. Questo nuovo sistema di raccolta fondi presenta enormi potenzialità in termini di nuovi ambiti di marketing, coinvolgendo personale ad hoc o auto-promozione a basso costo, abbattendo così le spese di gestione. (Renato La Cara)

Si ringrazia Fondazione Sodalitas per le informazioni e notizie sulle quali si basa l’articolo

Ritratto di admin

Margaret

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