Il ruolo del volontariato nel Terzo Settore

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di Michele Adamo*

 

In occasione della Giornata internazionale del Volontariato, il 5 dicembre 2019 si è tenuto a Roma un interessante incontro organizzato dal Forum del Terzo Settore, di cui UILDM è socia, con l'intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Tema dell'incontro è stato "Il ruolo del volontariato nel Terzo Settore": nello specifico ci siamo interrogati sul volontariato del prossimo decennio. Per rispondere a questa domanda dobbiamo tenere conto di tre aspetti diversi: la sua dimensione costituzionale, il radicamento nelle comunità territoriali e la sua collocazione strategica nell'Agenda 2030. Le risposte non sono scontate e nessuna conclusione può darsi per acquisita perché tutte richiedono l'impegno approfondito e costante di tutti i soggetti che gravitano intorno al mondo del volontariato.

Sul piano legislativo, il volontariato esiste in quanto tale, anche a prescindere dalle norme che lo promuovono o lo supportano. Potrebbe accadere, infatti, che queste finiscano per imporre vincoli e forme di controllo che rischiano di ostacolarlo, pregiudicandone la possibilità di definire in autonomia i propri orizzonti. È importante comunque individuare e tenere a mente il suo radicamento costituzionale quale fondamento per la sua proiezione futura.

Il radicamento nelle comunità non può prescindere dalla partecipazione, che deve essere un tratto distintivo del volontariato e, in quanto tale, assume alcune caratteristiche specifiche: rispetto e ascolto, perché ogni persona ha i suoi tempi e questi vanno rispettati; valorizzazione della partecipazione e processi decisionali condivisi. La vera sfida è passare dal semplice aiuto che, seppur efficace, crea dipendenza a un rapporto mutualistico con l'obiettivo di crescere insieme.

L'Agenda 2030 è stata approvata dalle Nazioni Unite il 25 Settembre 2015 e si pone importanti obiettivi per uno sviluppo sostenibile, sotto diversi punti di vista: nasce in seguito alla considerazione sull'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo, non solo ambientale ma anche sociale e economico. Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo per il raggiungimento degli obiettivi prefissi. L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dal mondo del volontariato alla società civile, dalle imprese al settore pubblico, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.

 

* consigliere nazionale UILDM

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