Strumenti per Conoscere il mondo della disabilità

share on:

Due importanti pubblicazioni sono state presentate in occasione del 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità.

L’ISTAT propone il volume Conoscere il mondo della disabilità, che offre uno spaccato di dati sulla condizione del persone con disabilità nel nostro Paese. Nel testo vengono documentati gli ambiti della salute, l’istruzione, il lavoro, le condizioni economiche, la partecipazione alla vita sociale e culturale. Inoltre, viene affrontato il ruolo del welfare e delle politiche pubbliche per ridurre il rischio di esclusione e la funzione svolta dalle famiglie, pilastro essenziale su cui si fonda l’assistenza alle persone con disabilità in Italia. Il lavoro è nato da un’iniziativa di ISTAT e CIP – Comitato Italiano Paralimpico con il contributo di INAIL.

In Italia sono circa 3 milioni e 100mila le persone che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali (il 5,2% della popolazione). Gli anziani sono i più colpiti: quasi 1 milione e mezzo di ultra settantacinquenni (più del 20% della popolazione in quella fascia di età), di cui 990.000 sono donne.

A livello geografico l’incidenza maggiore di persone con disabilità si ha nelle Isole (6,3%), contro il 4,8% (il valore più basso) del Nord. Le regioni nelle quali il fenomeno è più diffuso sono l’Umbria e la Sardegna (rispettivamente, l’8,7% e il 7,3% della popolazione). Veneto, Lombardia e Valle d’Aosta sono, invece, le regioni con l’incidenza più bassa: il 4,4%.

A livello scolastico i dati mostrano che le persone con disabilità hanno minori opportunità di ottenere titoli di studio elevati (diploma superiore e titoli accademici): si tratta del 30,1% degli uomini (contro il 55,1%) e il 19,3% delle donne (contro il 56,5%).
In genere gli alunni con disabilità privilegiano indirizzi professionali, orientati al lavoro immediato. Aspetti che vanno valutati sia tenendo conto dei differenti tipi di disabilità - motoria, sensoriale cognitiva - che dell’accessibilità e la presenza delle barriere architettoniche nelle strutture scolastiche. Infatti solo il 31,5% delle scuole ha abbattuto le barriere fisiche, ancora meno quelle che hanno abbattuto le barriere senso-percettive (17,5%).

Un capitolo importante è dedicato alle famiglie. In Italia sono circa 2 milioni 300mila le famiglie che hanno al loro interno una persona con disabilità. Dai dati presentati si evidenzia come fatichino a conciliare il lavoro con l’attività di cura. Queste famiglie sono a rischio povertà in misura maggiore rispetto alla media nazionale (28,7% contro il 18%).

 

Solo il 31,3% di persone con disabilità tra i 15 e i 64 anni risulta occupato, contro il 57,8% del resto della popolazione. In questo ambito è interessante leggere anche il rapporto L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia presentato il 3 dicembre dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Lo studio elabora i dati resi per la prima volta disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relativi alle dichiarazioni PID (Prospetto Informativo Disabili) che le aziende con più di 14 dipendenti sono tenute a inviare ai fini del rispetto dell’obbligo normativo. Ciò consente per la prima volta di disegnare un quadro dei lavoratori con disabilità dipendenti nelle aziende italiane.

Il rapporto sottolinea che a «20 anni dalla legge sul collocamento mirato (L.68/1999), l’inclusione lavorativa e sociale delle persone con disabilità resta ancora un traguardo lontano da raggiungere nel nostro Paese».

Al 2018 sono quasi 360mila lavoratori con disabilità assunti in base agli obblighi normativi introdotti dalla legge 68/99: in prevalenza uomini (il 58,7% contro il 41,3% delle donne) e residenti nelle regioni del Nord Italia (il 56,3%, di cui 21,5% nella sola Lombardia). Di questi il 53,7% ha più di 50 anni, mentre solo il 17,5% ha un’età inferiore ai 40 anni. Questi dati possono essere spiegati da un lato dalla maggiore difficoltà di accesso al mondo del lavoro per i giovani con disabilità; dall’altro dalla normativa stessa che ha dato molto slancio, 20 anni fa ma non attualmente, all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Un dato che fa riflettere perchè mette in evidenza come non esista un ricambio generazionale vero e proprio.

(ap)

Ritratto di uildmcomunicazione

uildmcomunicazione