“Come ciclicamente avviene, leggiamo oggi l’ennesimo articolo sul presunto fenomeno dei falsi invalidi, basato su una lettura distorsiva e assai lacunosa, anche se di facile impatto mediatico. Spiace che questa ennesima ‘bufala’ sia diffusa da un quotidiano prestigioso come il Corriere e da un giornalista quotato come Sergio Rizzo. Il risultato: stigma e parzialità.” Questo è il commento di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, dopo la lettura del pezzo Accompagnatori, ciechi e falsi invalidi: cinque miliardi di welfare clientelare pubblicato dal Corriere del 31 marzo.
Rizzo riporta alcuni dati enfatizzando – come già aveva fatto a suo tempo l’ex commissario alla revisione della spesa Carlo Cottarelli – lo squilibrio territoriale nell’erogazione delle provvidenze agli invalidi civili. Scrive Rizzo: “Una ‘distribuzione territoriale’ delle pensioni di invalidità, squilibrata al punto che gli assegni pagati in Calabria sono in proporzione agli abitanti almeno il doppio di quelli erogati in Emilia-Romagna, ‘suggerisce abusi’.”
FISH ricorda anche a Rizzo, come fece a suo tempo con Cottarelli, che per onestà intellettuale e metodologica andrebbe osservata la spesa sociale nella sua interezza, non limitandosi alle sole pensioni e indennità. Scoprirebbe – Rizzo e altri – che la spesa sociale in servizi e sostegni per la disabilità in Emilia-Romagna è – secondo ISTAT – di 4.232 euro l’anno per persona con disabilità, quasi dieci volte la spesa della Calabria: 469 euro all’anno. Scoprirebbe come aumenti il ricorso alle pensioni di invalidità laddove la spesa sociale e i servizi sono più lacunosi.
Rizzo, in buona compagnia, lascia trasparire abusi, elusioni, truffe, ipotizzando addirittura l’importo (non si comprende su quali stime) di tale fenomeno: 5 miliardi originati da un welfare truffaldino.
Dimentica Rizzo che dal 2010 al 2015 è stata condotta in Italia una gigantesca campagna di controlli: circa un milione e 200 mila persone. Una campagna condotta dall’INPS su mandato del Parlamento con costi enormi rispetto ai risultati. FISH stima prudenzialmente che tale operazione abbia prodotto l’irrisorio risparmio dello 0,2% della spesa annua.
Rizzo, e forse anche Boeri, ignorano o fingono di ignorare che dal 2007 tutti i verbali prodotti dalle Aziende Asl (con commissioni di 6 operatori) vengono rivisti da INPS (altra commissione) prima che vengono concesse pensioni o indennità. Un apparato di controllo costoso su cui forse è il caso di interrogarsi.
“Noi lo abbiamo fatto. – conclude Falabella – I dati di ISTAT, INPS, Corte dei Conti li conosciamo bene e li abbiamo analizzati con la serietà e l’attenzione che meritano e siamo disponibili a confrontarci pubblicamente con chiunque. Al contrario, continuiamo ad assistere allo stigma e alla distorsione che non producono nulla di positivo né per le persone con disabilità né per le politiche sociali di questo Paese.”
(Fonte: Ufficio Stampa Fish Onlus)