La scomparsa del Capitano Marella

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E’ con grande dolore e profonda tristezza che informiamo tutti i lettori della scomparsa del Capitano Anacleto Marella - figura storica della Sezione UILDM di Venezia e persona molto conosciuta all'interno dell'intera Associazione - avvenuta sabato 18 giugno.

Anacleto Marella

Il Capitano Anacleto Marella a una recente edizione delle Manifestazioni Nazionali UILDM

«Abbiamo appreso la dolorosa notizia mentre era in corso al Parco San Giuliano di Mestre la consueta Festa d’Estate promossa dalla Sezione UILDM di Venezia - spiega Luciano Favretto, presidente di quest’ultima - e stavamo festeggiando i 50 anni di attività della nostra Associazione. Ritengo che questa contemporaneità sia un segno ulteriore del fatto che il Capitano Anacleto Marella era e rimarrà per sempre la UILDM di Venezia.
Infatti, se oggi la nostra Sezione c’è ed è così attiva e presente sul territorio è solo grazie a tutto ciò che Anacleto Marella ha fatto. Ci manca già molto e siamo consapevoli che nel tempo una figura come la sua ci mancherà sempre di più. Ma cercheremo di tenere il suo come un esempio a cui fare riferimento e ispirarci ogni giorno, per andare avanti con la stessa tenacia e determinazione che il Capitano Marella ha dimostrato per tutta la vita».

Al dolore della Sezione UILDM di Venezia, dei familiari e degli amici di Anacleto Marella si unisce il dolore profondo del presidente nazionale UILDM Alberto Fontana e di tutta la Direzione Nazionale UILDM.

Le esequie, alle quali hanno partecipato a titolo personale e a nome di tutta l’Associazione lo stesso Alberto Fontana e il segretario nazionale Matteo Falvo, hanno avuto luogo lunedì 20 giugno a Venezia, presso la Chiesa di San Francesco della Vigna.

Per ricordare il Capitano Marella, la Redazione del nostro periodico "DM" ha deciso di diffondere un brano - che riportiamo qui di seguito - tratto dal numero 16 del periodico uscito nel maggio del 1966, «dove si racconta - spiega Stefano Borgato, segretario di Redazione - quale fu la vita embrionale della UILDM di Venezia, formalmente costituitasi più di due anni dopo. Ed è quasi superfluo segnalare che quel "promotore del gruppo veneziano" che ogni giorno trasportava sul proprio natante "un giovane colpito da miodistrofia" era naturalmente proprio Anacleto Marella». (C.N.)

«Una città invasa dai nostri manifesti e dalle locandine dell'UILDM, una continua richiesta di materiale propagandistico. Questa, in poche parole, l'opera di un gruppo di sessantasei capitani dei vaporetti dell'ACNIL di Venezia. Nei nostri periodici viaggi nella città lagunare, abbiamo notato la esposizione nei vari pontili d'imbarco e sui caratteristici mezzi di trasporto di questa caratteristica città unica al mondo. Abbiamo visto, nelle ore di punta, la gente fermarsi a guardare quei manifesti e quelle locandine.

La storia di come siano venuti a conoscenza di noi e di come abbiano intrapreso nella loro comunità questa battaglia in nostro favore, vale di essere raccontata, anche perché 66 uomini di mare, non hanno smentito la tradizione che vuole gli appartenenti alla gente di mare, duri all'apparenza, ma dal cuore tanto generoso.

Il promotore del gruppo veneziano aveva occasione ogni giorno di trasportare, con il proprio mezzo, un giovane colpito da miodistrofia e si rendeva conto degli sforzi che faceva per spostarsi dall'imbarcadero al vaporetto e viceversa. Lo colpì la grande forza d'animo di questo malato e cominciò - senza farlo sapere a nessuno - ad aiutarlo. Conosceva già la malattia, perciò non gli fu difficile dedicare il proprio tempo libero a questo giovane distrofico, presso il quale vide il nostro manifesto.

Da quel momento ebbe una sola idea: parlarne al più presto ai suoi colleghi e fare qualcosa per quell'Associazione che aveva fini tanto nobili. Quel "qualcosa" si trasformò subito in una grossa somma di denaro che tutti i sessantasei capitani dell'ACNIL (Azienda Comunale Navigazione Interna Lagunare) sottoscrissero entusiasticamente. In occasione di un loro viaggio a Redipuglia [la sede nazionale UILDM allora era ancora a Trieste, N.d.R.], vennero a trovarci in sede ed avemmo occasione di notare come gli amici veneti avessero inquadrato nei giusti limiti il problema della distrofia muscolare, quelli cioè che intendiamo noi, ossia della ricerca scientifica come prima pietra da porsi per la costruzione di quell'edificio che costituirà garanzia e sicurezza per tutti gli ammalati italiani. Durante questo colloquio, il promotore dell'iniziativa ci fece presenti tutti i i vari punti del suo programma, della collaborazione dei suoi colleghi, che già in occasione della raccolta fondi avevano di buon grado appoggiato la sua opera.

Oggi, a una certa distanza da quel giorno in cui si dette vita alla sottoscrizione, l'entusiasmo dei sostenitori veneti non è venuto meno, anzi diremmo è aumentato, sì da bussare a tutte le porte che potrebbero aprirsi per un'ulteriore spinta in avanti dell'UILDM: giornali, personalità, medici o semplici uomini della strada, gruppi di persone e negozi. Anche quelle persone che una prima volta non hanno risposto - e ce ne sono state - saranno nuovamente interpellate.

L'opera degli amici di Venezia non cessa, e le lettere che ci giungono da parte loro sono numerosissime con tante belle notizie per noi».

Ritratto di admin

Margaret

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