Fashion Week, eleganza e inclusione

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UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare porta il proprio contributo alla Torino Fashion Week sul tema della moda accessibile, coinvolgendo 250 studenti di tredici scuole di moda di tutta Italia nella realizzazione di outfit per persone con disabilità motorie. Un progetto di sensibilizzazione per diffondere tra i giovani una cultura della disabilità e dell’inclusione con un approccio nuovo e originale.

Ventitré outfit indossati da modelli e modelle con disabilità sfileranno il 14 luglio alle 16 a Villa Sassi durante la settima edizione Torino Fashion Week, l’evento che si svolge dal 6 al 14 luglio e unisce moda, cultura e inclusione, dando spazio anche agli stilisti emergenti: è il risultato del progetto “Diritto all’eleganza”, promosso da UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.
“Diritto all’eleganza”, giunto alla sua terza edizione, è nato dalla concreta necessità di aumentare l’informazione e la sensibilizzazione sul tema dell’inclusione sociale della persona con disabilità e affermare il diritto ad esprimere sé stessa attraverso la cura di sé, lo stile e la scelta dei capi da indossare. Ancora oggi infatti, nonostante l’abbigliamento rappresenti uno dei tasselli fondamentali nella costruzione dell’identità sociale e culturale di ognuno, le persone con disabilità faticano a trovare capi alla moda perché è carente l’offerta di abiti adatti a essere indossati, che coniughino eleganza e vestibilità ottimale: abiti comodi, a prezzi abbordabili, facili da indossare grazie ad accorgimenti per diversi tipi di disabilità, ma soprattutto belli, che facciano sentire bene e che raccontino qualcosa della personalità chi li indossa.
Molto spesso si sacrifica l’eleganza in nome della comodità: questo perché la disabilità viene considerata l’elemento preponderante, che assume spesso caratteristiche legate alla dimensione medico-riabilitativa della persona vista come bisognosa di cure, piuttosto che come un individuo con una propria vita e scelte personali. Per stare bene bisogna prendersi cura di ogni parte di sé. Si tratta di un cambio di prospettiva: le persone con disabilità devono passare dal concetto di “to cure”, essere oggetto di cure, a quello di “to care”, essere persona di cui prendersi cura e che si prende cura di sé.

“Diritto all’eleganza” ha coinvolto gli studenti e i docenti di tredici istituti superiori e accademie a indirizzo moda in tutta Italia nella progettazione e nella realizzazione di abiti in base alle esigenze di vestibilità di persone in carrozzina, modificati nel taglio e in accorgimenti quali chiusure facilitate per agevolare chi li indossa e consentire la massima autonomia anche a chi ha limitazioni motorie.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di UniCredit Foundation

Tredici le scuole partecipanti: l’Istituto Castigliano di Asti, l’Istituto Santarella – De Lilla di Bari, il Liceo San Leucio di Caserta, l’Istituto Duchessa Di Galliera di Genova, l’Istituto Ranieri – Cossar di Gorizia, l’Istituto Bernocchi di Legnano (Mi), il Liceo Morello di Mazara del Vallo (Tp), l’Istituto De’ Medici di Ottaviano (Na), l’Istituto Cremona di Pavia, l’Istituto Caravaggio di San Gennaro Vesuviano (Na), l’Istituto Levi Montalcini – Ferraris di Saviano (Na), l’Accademia Italiana di Moda e Couture di Torino, l’ACOF e Istituto Fiorini di Busto Arsizio (Va) per un totale di 250 studenti convolti.

Le Sezioni locali dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare sono entrate nelle classi, e dopo alcuni incontri di promozione e sensibilizzazione per raccontare la realtà dell’associazione che da 61 anni lavora per l’inclusione sociale delle persone con disabilità, hanno proposto agli studenti di riflettere sul tema di una moda inclusiva e di disegnare abiti da uomo e donna che coniugassero eleganza e accessibilità. Hanno così preso forma gli outfit che sfileranno giovedì 14 luglio durante la Torino Fashion Week.

«È stata una bellissima esperienza lavorare con gli studenti; - dichiara Stefania Pedroni, vicepresidente nazionale UILDM e responsabile del progetto - dar loro la possibilità di liberare ingegno e creatività per diffondere la cultura dell’inclusione. Una delle cose più belle di questo progetto - continua - è stato come gli studenti siano entrati in contatto con disinvoltura con il corpo dei modelli e delle modelle, toccandolo, vestendolo con professionalità. L’hanno fatto con la massima semplicità, chiacchierando, scherzando, dando consigli. Senza pregiudizio o stereotipi, ma costruendo un rapporto personale. Ci auguriamo che questa iniziativa abbia aiutato giovani, docenti e familiari a prendere coscienza di questo tema stimolando l’abbattimento delle barriere culturali. Il mio sogno è di entrare in un negozio tra 10 anni e vedere abiti per tutti i tipi di fisicità e per tutte le condizioni, insieme. Per farlo dobbiamo partire dai più giovani, insegnando la bellezza e l’importanza dell’inclusione. Voglio ringraziare gli organizzatori della Torino Fashion Week per avere accolto e apprezzato il nostro progetto. Grazie al Centro Clinico NeMO per il supporto in alcune delle fasi di attuazione del progetto».

Ritratto di uildmcomunicazione

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