Avanti MARCH!

share on:

Dalla rubrica "Il mio distrofico" di Gianni Minasso, pubblicato sul n. 198 della rivista DM

A parte il lamentarsi, il pagare gli stipendi dei medici e lo scrivere libri di poesie, un’altra specialità dei portatori di handicap è il partecipare a cortei e parate. Infatti questi “gruppi di persone che sfilano incolonnate nel corso delle dimostrazioni pubbliche” rappresentano spesso una ghiotta occasione per corroborare i propri diritti, dare manforte a qualche altra categoria, divertirsi, esibirsi o addirittura… combattere! Osservate le seguenti immagini e mi darete ragione. Di certo, ancora una volta, non mancheranno le occasioni per sganasciarsi dalle risate.

LAVORO OSCURO
Non si resta soddisfatti nell’esaminare quest’ennesimo scatto di rivendica dei diritti, bensì c’è molto da recriminare. Infatti un povero portatore di handicap londinese si è sacrificato per la causa reggendo lo striscione da dietro, in totale anonimato. Vita indipendente sì, ma incominciamo a non sfruttare in modo così ignobile la diversità (di altezza).
BRIC-À-BRAC
In verità dovremmo stare sull’attenti, impettiti, di fronte a questi pionieri dei diritti provenienti dal profondo degli anni ’60. Invece, resi cinici da parecchi lustri di distrofia, freniamo a stento gli sghignazzi per le mise, i cartelli freschi di stampa, le carrozzine antidiluviane, l’andare tutti a spinta e poi… sbaglio o tra i facinorosi spunta anche una divisa?
STRADA FACENDO
Partorita da Telethon nel 2012, la Walk of life ci ha permesso di giocare in casa (UILDM). Una particolare menzione va quindi ai tanti distrofichetti che, assurti al ruolo di protagonisti della camminata, hanno approfittato di essere sotto ai riflettori per gonfiare il petto, fare i vanitosi, guardare con disprezzo i normodotati, elargire perle di banalità e tacchinare il sesso opposto al proprio.
RESIDUATI BELLICI
Sono numerose le parate militari nelle quali dei reduci in carrozzina, soprattutto nel mondo anglosassone, si rallegrano a lustrare la sanguinosa storia del proprio reggimento. Eccone un significativo esempio comprendente alcuni bacucchi British appena tolti dal freezer della guerra di Corea, agghindati per benino, sistemati in fila e trascinati sulla pubblica piazza.
NAZISKIF
Talvolta, purtroppo, la disabilità mentale si assomma a quella fisica. È il caso di quest’handicappato (sic!) tedesco che prende parte a un corteo notturno di neonazisti. Per noi, feccia invalida motoria, è ancora fresca la memoria storica di come, oltre a tutto il resto, il capo del Terzo Reich si era comportato con i disabili grazie al progetto Aktion T4. Testa rasata sì, ma di cavolo!
A CARNEVALE OGNI DISABILE VALE
Da quest’elenco non poteva mancare un agglomerato di pixel dedicato al variopinto periodo ante Quaresima. Infatti anche in quest’occasione i “Soggetti con bisogni speciali” riescono spesso a dare il meglio (in senso antifrastico) di se stessi. Basta osservare questi allegri Pulcinella e sorge spontanea una domanda: ma era proprio il caso?
ANARCHY IN THE ITALY
Schierato dalla parte opposta del Naziskif appena incontrato, troviamo Pasquale (detto Lello), un anarchico disabile settantenne che nel 2015, dopo aver preso parte a oltre cento manifestazioni di piazza, ha discutibilmente conquistato le luci della ribalta nazionale partecipando fin troppo attivamente agli sconquassi provocati dai No Expo milanesi.
PRIDE? PRIDE!
Non sono di certo un bacchettone e quindi non mi scandalizzo delle parecchie immagini sui cortei LGBT reperibili online, ma questi “austeri” canadesi alla Rainbow parade di Toronto mi hanno provocato un deplorevole moto di politically incorrect, cioè un ghigno sardonico. Ah, i bei tempi in cui, vedendoci passare, si notava e si additava soltanto la nostra carrozzina…
Ritratto di uildmcomunicazione

uildmcomunicazione