La figura del caregiver è essenziale in termini di qualità della vita non solo per chi ha una disabilità, ma per tutta la società. Grazie ai caregiver è possibile non solo fare assistenza ma anche alleggerire le famiglie della persona con disabilità e progettare percorsi di Vita indipendente: questo significa che la malattia non prende il sopravvento ma viene gestita, e al centro di tutto rimane la persona che esprime se stessa. In questo periodo di emergenza, molti caregiver hanno dovuto rinunciare al loro lavoro, per non mettere a ulteriore rischio la salute di chi seguono ogni giorno. Ecco perché la battaglia di UILDM e delle tante associazioni che fanno parte del CnAMC riguarda tutti noi.
Di seguito il comunicato stampa di Cittadinanzattiva:
Il Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici di Cittadinanzattiva sul disegno di legge sui caregiver: dalla formazione al riconoscimento del tempo di cura al sostegno delle giovani generazioni di caregiver, ecco i punti da migliorare
A tre anni di distanza dal riconoscimento della figura dei caregiver e a due dall’istituzione del fondo ad essi dedicata, l’atteso DDL N. 1461 formula una “prima fase di normazione, finalizzata al riconoscimento e alla tutela del lavoro svolto dal caregiver familiare”, riconoscendogli un valore sociale ed economico per il Paese. Sul disegno di legge è intervenuta Cittadinanzattiva e numerose associazioni del CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici) di Cittadinanzattiva, attraverso l’invio di osservazioni specifiche alla XI Commissione del Senato.
“In Italia in media il 17,4% della popolazione (oltre 8,5 milioni di persone) è caregiver. Spesso si tratta di persone a loro volta anziane, come i familiari che assistono, ma non sempre è così: più di 390 mila sono i giovani caregiver, tra i 15 e i 24 anni. Ragazzi che si prendono cura regolarmente di un familiare, sacrificando tempo, energie, equilibrio e benessere alla famiglia, e rischiando di pagare un prezzo altissimo in termini di salute e realizzazione personale. Essere caregiver non è una scelta ma una necessità e lo si rimane per molti anni, spesso per tutta la vita. Durante quel periodo, per molti non è possibile mantenere il lavoro e di conseguenza viene meno il sostentamento economico. Occuparsi di loro e di tutti coloro che assistono familiari, svolgendo un pezzo importante di welfare del nostro Paese, è una priorità fondamentale. Il Disegno di legge è un primo importante passo, ma è necessario migliorare in più punti il testo per riconoscere appieno il ruolo dei caregiver e tutelare i loro diritti, oltre a quelli delle persone assistite”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.
Nell’ampio documento si fa riferimento a diversi aspetti che andrebbero migliorati nel Disegno di legge 1461. Tra questi, le organizzazioni - tra cui UILDM - ritengono che la Legge sul caregiver dovrebbe prevedere:
1. interventi “personalizzati” e modulati nel tempo, sul bisogno della persona e del caregiver e sul percorso di cura condiviso che coinvolgano non solo le risorse istituzionali ma anche il “volontariato” e il “welfare di comunità”;
2. interventi che identifichino il caregiver come titolare del progetto di vita con la conseguente condivisione di “scelte informate” sul percorso di cura;
3. formazione e orientamento del caregiver sui diritti, i servizi accessibili, le competenze operative e relazionali;
4. semplificazione del percorso di riconoscimento della qualifica di caregiver familiare;
5. sostegno psicologico per l’orientamento anche attraverso gruppi di sostegno o di auto-mutuo aiuto;
6. affiancamento del caregiver con operatori con competenze specifiche e tecniche;
7. sostegno delle giovani generazioni di caregiver, in particolare per salvaguardarne il diritto allo studio e l’inclusione sociale;
8. riconoscimento del tempo di cura in ambito lavorativo e di incentivazione fiscale per le imprese;
9. estensione dei contributi figurativi per tutto il periodo di assistenza e non limitato ai soli tre anni;
10. riconoscimento del caregiver ai fini dell’inserimento nella categoria dei lavori usuranti.