Dal Veneto, una battaglia sui diritti per tutti

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Carrozzina ai piedi di una scalaLe ragioni che hanno portato alla mobilitazione sono dalla loro ma i vincoli di bilancio imposti dai diversi Governi centrali e applicati in maniera scrupolosa ed inesorabile dalla Regione Veneto sono altrettanto evidenti. Stiamo parlando dell’impegno per cambiare la politica sociale e socio sanitaria della Regione Veneto e garantire i servizi alla persona con disabilità sostenuto attraverso una petizione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), di ANFFAS (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e della UILDM Sezione di Venezia.

La petizione dal titolo Ai diritti umani deve inchinarsi anche la giunta Zaia è stata sottoscritta da 13mila cittadini e costituisce un documento ricco di rivendicazioni, propositi concreti e punti fondamentali sui quali FISH, ANFFAS e UILDM non vogliono proprio arretrare. Il documento intende «porre fine all’irragionevolezza e sollevare dall’incarico» l’Assessore regionale alle Politiche Sociali Remo Sernagiotto, ritenuto il responsabile politico della grave situazione. La battaglia sociale intrapresa sostiene e vuole difendere i diritti acquisiti negli anni e ritenuti assolutamente inalienabili ma che ora vengono messi in discussione. «E’ in corso - si afferma nella petizione - una riduzione generalizzata dei servizi sociali e socio sanitari con conseguenze drammatiche sulle persone e sulle famiglie e ricadute negative sull’occupazione. La Regione taglia i servizi essenziali diurni e domiciliari alle persone in situazione di gravità, nega l’assistenza, mette il bisogno in lista d’attesa, ghettizza le persone negli istituti, nega il diritto ad una vita dignitosa». Parole fortissime. La replica dell’Assessore Sernagiotto: «Su cinque milioni di veneti solo 13mila chiedono le mie dimissioni: una nullità. In questi tre anni abbiamo realizzato riforme storiche sul sociale, abbandonando il modello assistenzialista per abbracciare una politica sociale diversa dal passato. Ho difeso le risorse fino all’ultimo centesimo».

Per fare luce e maggiore chiarezza sulla negativa situazione che stanno vivendo migliaia di persone con disabilità e le loro famiglie in tutto il Veneto, abbiamo contattato Elisabetta Gasparini del Direttivo della UILDM di Venezia, incaricata dalla Sezione per le questioni di Vita Indipendente e importante punto di riferimento per le politiche sociali, il welfare, le leggi in materia di prestazioni socio sanitarie. Gasparini ci racconta come «Il Veneto sia sempre stata una regione particolarmente virtuosa. Vantava un’ottima tradizione di presa in carico della persona con disabilità, un eccellente servizio globale di welfare e investimenti consistenti a sostegno delle politiche sociali. Da qualche anno - afferma con forte rammarico Elisabetta - le cose sono mutate, anche per i continui tagli da parte del Governo agli stanziamenti dei Fondi Sociali Nazionali, passati da 2.526 milioni di euro (2008) ai 775 milioni (2013) e che la Giunta regionale veneta ha applicato con ricadute molto critiche sul territorio».

«Purtroppo, a fronte di un vero e proprio boom d’incremento della domanda di servizi alla persona con disabilità, come ad ad esempio progetti di Vita Indipendente, Aiuto personale e Domiciliarità, le cifre del Fondo per la Non Autosufficienza sono rimaste sostanzialmente le stesse», quindi in proporzione, rispetto a quanto avveniva prima, ora ogni persona con disabilità può contare sempre meno su nuove risorse pubbliche, se non addirittura è costretta a subire la cancellazione di servizi e il forte ridimensionamento dei LEA (Livelli Essenziali d’Assistenza). «Noi vogliamo condurre una battaglia sui diritti per tutti - afferma Gasparini - a sostegno di politiche per il rilancio del sociale, dell’assistenza alle persone e non di assistenzialismo come qualcuno erroneamente pone sullo stesso piano, e chiediamo di incrementare gli investimenti per l’assistenza domiciliare e i servizi individuali alle persone non autosufficienti», risorse che dovranno essere all’altezza di un Paese civile, pienamente integrato nel tessuto sociale europeo. (Renato La Cara)

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Margaret

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