Disabilità come risorsa in azienda, il disability manager

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Il concetto di disabilità è cambiato nel corso degli anni. Proprio l’art. 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006 definisce «persona con disabilità chi presenta durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri». La Convenzione ONU introduce, quindi, l’idea che la disabilità sia legata all’ambiente esterno, che può essere sfavorevole o meno all’autonomia della persona, in termini di mobilità, di inserimento scolastico, lavorativo e di scelte di vita.

A livello lavorativo esiste una figura che può favorire e facilitare l’inserimento delle persone con disabilità all’interno di aziende e imprese. Si tratta del disability manager, una professionalità ancora poco conosciuta e diffusa in Italia. Nella Pubblica Amministrazione la figura è stata per la prima volta citata nel "Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana" del 2009, nato dal lavoro del tavolo tecnico istituito tra il Comune di Parma e il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Il tema, in quel momento, era quello di agevolare gli spostamenti dalla casa al luogo di lavoro. Si inizia così, partendo dall’ambito della mobilità, a parlare del disability management che nel tempo ha visto ampliare il suo campo d’azione, interessandosi di politiche sociali e di inserimento nel mondo della scuola e del lavoro.

In ambito lavorativo il disability manager, «più che una professione in sé, è una “competenza” aggiuntiva che può integrare una professionalità preesistente», dichiara la SIDiMa – Società Italiana Disability Manager. Quindi il suo ruolo «può cambiare molto, anche in base ai diversi contesti di lavoro: enti locali, ospedali, aziende».
Il disability manager è una figura che aiuta aziende e lavoratori con disabilità a considerare l’inserimento lavorativo come un momento di valorizzazione della risorsa, conciliando il diritto al lavoro e all’inclusione lavorativa con le esigenze dell’azienda.

Secondo Marino Bottà, attuale direttore generale di Andel - Agenzia nazionale disabilità e lavoro, «il disability manager, esperto nella gestione delle risorse umane con disabilità, è il promotore e il supervisore delle azioni di pianificazione, programmazione, reclutamento, selezione, inserimento, formazione e conservazione del rapporto di lavoro. È colui che facilita le relazioni interne, individua le soluzioni tecniche e organizzative per mettere la persona con disabilità nelle condizioni di essere produttiva in modo congruente con le sue possibilità e potenzialità. Inoltre sensibilizza i colleghi, contiene le conflittualità, garantisce la sicurezza, rimuove gli ostacoli organizzativi, ambientali e comportamentali che limitano l’integrazione, favorendo così un clima aperto e un’opportunità di reciproco successo. Egli valorizza infine l’autonomia e la professionalità del lavoratore, conciliando le esigenze di vita, di cura e di lavoro.»

La sua sfera di azione non è solo dentro alla realtà aziendale, ma deve comprendere uno sguardo rivolto all’esterno. Nel raggiungere questi obiettivi, infatti, un aspetto centrale è il dialogo costante e il confronto con le associazioni operanti nel mondo del sociale, i servizi sanitari e quelli del lavoro che si trovano sul territorio.

(ap)

 

Per approfondire la figura del disability manager:

La figura del disability manager fra buone prassi e prospettive (FISH Onlus)

Come fare per diventare un disability manager

Disability manager: i “passeur” della disabilità? (Superando.it)

Il Manifesto del disability manager (Superando.it)

Società Italiana DIsability Manager

Ritratto di uildmcomunicazione

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