Il Fundraising In UILDM Si È Strutturato

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Il punto con Francesco Grauso, responsabile dell'Ufficio Fundraising UILDM.

Da un triennio UILDM si è dotata di un ufficio dedicato al fundraising, una novità nei suoi quasi sessant'anni di storia. C'erano già stati di recente degli affiancamenti esterni, perché si era capito come raccogliere fondi non fosse più la stessa faccenda di una generazione fa: se prima il non profit si praticava all'insegna dell'informalità, oggi il comparto è stato professionalizzato. Di questo abbiamo scritto in uno Speciale (DM 187, p. 25) e per questo UILDM ha previsto un percorso di formazione ad hoc con le Sezioni.

L'Ufficio Fundraising, collocato nella sede padovana della Direzione nazionale, è presidiato dal casertano Francesco Grauso, trasferitosi in Veneto per l'opportunità lavorativa. Viene, Francesco, soprattutto dal volontariato: «Se ogni azione umana si compie per ottenere qualcosa in cambio, la mia ricompensa nell'essere volontario è sapere che gestisco il tempo nel modo che più mi dà soddisfazione». Classe 1986, laureato in Economia aziendale, da un decennio è legato al mondo cattolico, quello delle missioni nei paesi poveri e degli interventi con gli adolescenti nelle parrocchie italiane. Anche ora che è impegnato con UILDM il suo tempo libero lo dedica ai ragazzi di una parrocchia vicina. Ha lavorato per l'associazione fondata dal sacerdote che l'ha coinvolto in una breve esperienza missionaria in India, dove è poi ritornato per cinque estati,
 e ha avuto qualche esperienza nel settore profit grazie alla sua formazione di economista.

Oggi a UILDM regala la dedizione che dichiara come payoff di se stesso nei profili social: “Costruendo il mio futuro aiutando a migliorare il presente di chi non
 è stato fortunato come me”. Tra i
 più sfortunati Francesco ricorda le persone con disabilità assistite in India, ma ammette che partecipando alle Manifestazioni nazionali la sua idea solidaristica caritatevole è stata scardinata: «Di fronte a una persona disabile dentro me si formava il commento 'poverino' e questo commento modellava il mio comportamento. UILDM invece mi ha insegnato a mettere a fuoco le potenzialità e la dignità della persona anziché i suoi limiti. Ora, guardando una persona con disabilità, vedo quello che si può e posso fare per migliorare la qualità della sua vita».

Cosa significa fare fundraising?
Prima che raccogliere fondi vuol dire tessere una rete di relazioni che sostengono l'ente non profit. Le azioni da stimolare non sono solo la pura donazione di denaro ma anche ad esempio o offerte di consulenza, tempo, sostegno a progetti specifici.

Come metti a disposizione la tua professionalità per UILDM?

Soprattutto ascoltando. Ritengo che UILDM sia il vestito che accomuna oltre sessanta associazioni territoriali che agiscono in contesti diversi e sono composte da persone diverse: le Sezioni. Dalla Direzione nazionale possiamo far partire linee guida da adattare alle specificità dei territori, per comprendere le quali mi metto in ascolto.

Sei da solo nell'Ufficio?
Sono supportato dalla Direzione nazionale, questa e la precedente, entrambe con la priorità di investire nel mondo digitale e nella comunicazione capendone l'importanza strategica, e dallo staff operativo: il fundraiser interagisce con l'Ufficio amministrativo, quello della comunicazione, con i consulenti esterni. Lavorare con persone disponibili a farlo in squadra facilita il mio lavoro e quello di tutti.

Cos'è cambiato per UILDM dall'apertura
 del tuo Ufficio?

Ho seguito alcuni progetti, tra cui “Giocando 
si impara” che coinvolge donne, le mamme, e bambini, i due soggetti più deboli nelle fasce disagiate della popolazione. Altro progetto nato in questi anni è la “Settimana delle Sezioni”: con un iniziale intento di fundraising diretto, si è poi definito come momento di visibilità  per il territorio. Su iniziativa della Direzione Nazionale, poi, ha preso il via il bando “Campagna di Primavera”, diventato nella sua seconda edizione Bando nazionale UILDM 2017, da cui emerge come le Sezioni sappiano progettare servizi concreti non solo per i propri soci ma per tutte le persone con disabilità. Un valore aggiunto per il proprio territorio che UILDM ha già comunicato in passato e che ritengo si debba continuare a tenere sotto i riflettori.

Comunicare il tanto che viene fatto è fondamentale per UILDM. Ritieni che ciò accada?
In modo sempre più coerente. Perché le persone non guardino più i disabili pensando 'poveretti', però, se molto è stato fatto, molto ancora resta da fare. Ritengo fondamentale il processo in atto di rafforzare l'immagine di UILDM dando omogeneità agli strumenti di comunicazione nei comparti nazionali e rispetto al territorio, a partire dal rinnovato sito web. Inoltre è in atto un processo di cambiamento della comunica-zione, per renderla più leggera che non vuol dire più superficiale, ma capace di raccontare le tante iniziative associative e arrivare a più persone possibili.

Cosa ritieni sia strategico per l'associazione dal punto di vista del fundraising?

In questo momento occorre innanzitutto rendere sistematiche alcune azioni, come la Campagna 5 per mille e la Campagna di Natale, quest'ultima iniziata tre anni fa in modo sperimentale. Il Natale è senz'altro un momento importante da presidiare poiché l'associazione in questo periodo intercetta oltre il 25% delle donazioni annue. Nei prossimi mesi lanceremo una nuova Campagna Lasciti, all'interno della quale prevediamo degli strumenti a sostegno delle Sezioni. Altra operazione strategica è quella di implementare il dialogo con il donatore. Oggi dal mio Ufficio partono almeno due lettere all'anno dirette ai donatori abituali, dove vengono spiegati i progetti UILDM e si invita al sostegno in occasione del Natale e della Campagna del 5 per mille. Da 1.600 donatori in tre anni siamo saliti a 2.500. Strategicamente aver allargato la base di quasi mille persone permetterà di mettere a punto campagne volte a regolarizzare le donazioni e di conseguenza il sostegno a UILDM e ai suoi progetti.

(b. p.)

 

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