Io dono, tu doni

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Luca ha 30 anni e vive a Camaiore. Dal 2013 è l’assistente personale di Francesca, una ragazza con disabilità. È un’esperienza fondamentale per la sua vita che riesce a coniugare con l’impegno come volontario nella Sezione della Versilia.

 

Come è cominciato tutto?

Ero a scuola con Giulia, la sorella di Francesca, e ho sempre frequentato la sua famiglia. Francesca ha due anni meno di me, ma la conoscevo poco perché durante l’adolescenza era sempre con le sue amiche.
Nel 2012 Francesca ha iniziato un percorso di Vita indipendente, con un assistente personale che l’accompagnava durante le attività della giornata. Francesca vive tuttora a casa con i suoi genitori, ma la presenza di un assistente le permette di avere una propria autonomia e allo stesso tempo permette alla famiglia di essere sostenuta nell’impegno che comporta la cura di un famigliare con disabilità 24 ore su 24.

Nel 2013 l’assistente se ne va e tu diventi il nuovo assistente di Francesca.

Sì, esattamente. Io non avevo nessuna competenza in questo ambito, non sapevo nemmeno cosa era una malattia neuromuscolare. Ho cominciato accompagnandola all’università, passando il tempo libero con lei, andando al mare. È iniziato un percorso di conoscenza di questo mondo, per me poco noto. Lentamente si è rotto il ghiaccio e abbiamo superato ogni imbarazzo che la quotidianità comporta.

Quali sono i compiti di un assistente personale?

Sono vari, e dipendono dalle richieste della persona. È un vero e proprio rapporto di lavoro, riconosciuto dalla legge. Fondamentalmente permettiamo alla persona con disabilità di mantenere la propria autonomia personale, e il proprio spazio di movimento coadiuvandola nelle attività quotidiane, ma non sostituendoci a essa. È la persona che decide che cosa fare e come vuole farlo, l’assistente la supporta nella realizzazione delle attività.

Nel frattempo UILDM è entrata nella tua vita.

Io ho incontrato UILDM proprio grazie a Giulia, Francesca e alla loro famiglia. Insieme a Giulia andavo a fare i banchetti per Telethon, poi piano piano mi sono avvicinato alla Sezione della Versilia. Ora sono segretario della Sezione.
Grazie alle mie passioni in ambito turistico (Luca gestisce anche un bed and breakfast, N. d. R.) abbiamo portato la Sezione ad avviare collaborazioni con la realtà ricettiva del territorio della Versilia, aprendo una riflessione sul rapporto tra turismo e disabilità. Inoltre stiamo lavorando per ampliare le nostre attività al di fuori di Pietrasanta, negli altri sei comuni del territorio.

Che messaggio vuoi trasmettere attraverso il tuo impegno in UILDM?

L’idea che cerco di far passare a tutte le persone che “usufruiscono” di servizi da parte di UILDM è che dietro a ogni servizio offerto gratuitamente c’è lavoro e impegno e che è importante (e possibile) ridare qualcosa in cambio. Per questo provo a coinvolgerli nelle attività della Sezione. La gratuità del volontariato genera altra gratuità da rimettere in circolo, e questa è la linfa che rigenera la nostra associazione. Dal dono nasce altro dono.
Da questo punto di vista anche il Servizio Civile è una grandissima opportunità, perché è un’esperienza che arricchisce mentre si vive l’anno di servizio, ma diventa stimolo per un coinvolgimento più ampio anche dopo. Per esempio alcuni dei giovani volontari di Servizio Civile degli anni passati si sono resi disponibili a candidarsi per il consiglio direttivo della Sezione che si rinnoverà nel febbraio del 2019.

Che tipo di assistente personale sei?

Io sono accanto a Francesca dal 2013, è tanto tempo. Entrambi abbiamo bisogno di stimoli, di motivazioni per crescere e fare cose nuove. Questo proprio perché durante il giorno passiamo parecchio tempo insieme.
È importante per me, perché l’assistente personale è una figura che dopo qualche tempo rischia il burn out. Ed è importante anche per Francesca e per le sue scelte. Grazie all'impegno in UILDM sono più attivo e a volte riesco a coinvolgere Francesca in qualche evento della Sezione. Anche la settimana scorsa è venuta per un paio d’ore con me a fare un banchetto.

L’esperienza con Francesca mi ha dato e mi sta dando tanto. Prima di conoscerla non ho mai fatto una “donazione”, che non è solo qualcosa di prettamente economico.
Donare significa anche offrire il proprio tempo e la fatica dello stare insieme. Il dono è una dimensione trasversale alla nostra esperienza. E la famiglia di Francesca mi dà molto in cambio, è una seconda famiglia per me, la mia seconda casa.
Perché la casa di Deanna (la mamma di Francesca, N. d. R.) è la casa di tutti.

(a.p.)

Ritratto di uildmcomunicazione

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