Iva al 10%: colpo al cuore per welfare e cooperative sociali

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Una pennaSe verrà approvata la Legge di Stabilità, attualmente  in discussione in parlamento, con l’aumento dell’Iva dal 4% al 10% sulle Cooperative sociali, vedremo esplodere una crisi fortissima che avrà delle pesanti ripercussioni negative immediate sia sul mondo cooperativo sia sul welfare del nostro Paese.

A seguito della manifestazione contro i tagli al sociale di giugno indetta da LEDHA, FISH e FAND a Milano, ma con rilevanza nazionale, e alla quale avevamo aderito anche noi della UILDM, erano state rilasciate importanti dichiarazioni a mezzo stampa da parte di alcuni importanti esponenti di governo sul fatto che non ci sarebbero stati interventi sull’Iva, che non sarebbero stati toccati gli assegni di accompagnamento e le pensioni di invalidità, che non ci sarebbero stati tagli alle ore di sostegno nelle scuole per i ragazzi disabili, addirittura nemmeno erano state ventilate le ipotesi di riduzione dei tetti sulla deducibilità delle detrazioni alle famiglie con disabile a carico.

Ed invece, cosa inquietante, questi sono tutti argomenti reali di cui la politica parlamentare sta discutendo e che vuole approvare, quasi costretta ad accettare i diktat provenienti dall’Unione Europea, che sta imponendo a tutti i suoi membri il rispetto rigoroso del fiscal compact, o forse combact come qualcuno l’ha già rinominato.

I provvedimenti economici dell’agenda del governo Monti rischiano di dare un colpo durissimo all’esteso mondo della cooperazione sociale e del sistema di welfare integrato che, in questi anni di crisi, è il solo ad avere permesso una pacifica coesione sociale, garantendo tutta una serie di servizi essenziali per le fasce maggiormente a rischio della popolazione.

Ma veniamo alle cifre. Se verrà aumentata l’Iva al 10%, già a partire dal 1° gennaio 2013 le cooperative sociali dovranno pagare circa cinquecento milioni di euro in più di tasse, un clamoroso salasso. In questo modo verranno colpiti i servizi socio-sanitari, l’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità, i minori che vivono una vita disagiata, le nuove fasce di povertà cresciute con l’acuirsi della crisi, i centri culturali e ricreativi per minori e adolescenti, i servizi di sostegno effettuati dagli operatori sociali nelle scuole ma anche a domicilio, le prestazioni di assistenza ai bimbi all’interno dei nidi e nelle scuole per l’infanzia. Sarebbe il caos e aumenterebbe il disagio sociale di una larga fetta della popolazione più debole, elemento vergognoso da prendere in considerazione doppiamente.

Per questo, come UILDM abbiamo aderito alla manifestazione nazionale del 31 ottobre a Roma contro queste scelte politiche nazionali (ma dobbiamo ricordare che le direttive arrivano da Bruxelles e Francoforte) per “dare il nostro contributo - afferma Alberto Fontana, presidente UIDLM - affinché si ponga fine, una volta per tutte, allo scempio che si sta facendo del nostro sistema di welfare, spegnendo il futuro delle persone con disabilità, e si torni a ragionare e a confrontarsi, in tutte le sedi possibili, per ricostruire una solida rete di protezione e per cercare di dare un futuro diverso al Paese, futuro nel quale la nostra Associazione crede profondamente e per il quale chiede a tutti di mettersi in gioco e fare la propria parte”. (R.L.C.)

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Margaret

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