La Voglia Di Esserci

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Marta Migliosi racconta quanto condiviso durante il Gruppo Giovani nazionale UILDM a Lignano con 40 compagni con e senza disabilità, provenienti da tutta Italia, che vogliono lavorare insieme per cambiare se stessi e far crescere l'associazione (dal DM 198).

 

Inizialmente abbiamo ripreso le fila dei due incontri precedenti del Gruppo Giovani, e ci siamo dati quattro temi su cui lavorare insieme in piccoli gruppi, e abbiamo lavorato su queste quattro tematiche:

1 — Le Idee: quali sono le idee che il Gruppo Giovani può avere e portare? Come le idee possano essere la scintilla di qualsiasi progetto?

2 — Le zavorre che impediscono il volo della Mongolfiera e le possibili soluzioni: il precedente incontro del Gruppo Giovani ha creato l’immagine della mongolfiera come simbolo che ci rappresenta, ma alle volte la mongolfiera ha delle zavorre che rallentano o impediscono il volo, quali sono? E le soluzioni?

3 — Differenza o diversità: cosa vogliono dire e cosa rappresentano queste parole? Che immagine restituiscono?

4 — Io e il contesto: come mi relaziono con il contesto che mi circonda? Cosa possiamo fare per far avvenire quel cambio culturale legato alle persone con disabilità?

Poi ogni portavoce ha restituito il lavoro al gruppo intero. Questa prima parte è stata condotta da Olivia Osio (progettista sociale di UILDM Bergamo, ndr): in tutti i lavori è venuto fuori il tema dell’ascolto e alla domanda se ci sentiamo ascoltati, abbiamo risposto in coro, di no.

Da lì abbiamo cambiato lavoro programmato, divisi in due gruppi. Uno ha lavorato a delle richieste da fare “agli adulti” UILDM e l’altro sul simbolo del Gruppo Giovani: i temi rilevanti sono stati due. Il primo: “Non siamo solo carrozzine , abbiamo un’interiorità che ha bisogno di venire fuori e di essere presa in considerazione, di essere ascoltata”, il secondo “Vorremo parlare di Vita indipendente come modalità di confronto, esperienziale e non solo in termini tecnici”.

Il gruppo dei creativi ha lavorato sul simbolo, due G di Gruppo Giovani, una con linee morbide e una con linee più rigide, disegnate vicine, a simboleggiare la necessaria convivenza di queste due anime all’interno di tutta l’associazione.

Successivamente per testimoniare e lasciare qualcosa di concreto, tangibile, abbiamo scritto una lettera simbolica agli adulti, dove lasciamo un “pegno”, per prendere qualcosa e dall’altra parte chiediamo agli adulti di lasciare che i giovani possano rendersi protagonisti della storia UILDM. Abbiamo chiesto di scommettere su di noi giovani e ovviamente più che sui giovani è una scommessa su sé stessi e quello che si è costruito in 58 anni di storia, se è abbastanza solido da poter sostenere l’incertezza e magari anche “gli errori” del domani che non sapremo come andrà.

Ovviamente questo è uno sforzo notevole che, devo dire, su di me (come rappresentante dei giovani interessati a UILDM) sta avvenendo, dove Marco e Alberto (presidente e segretario nazionali UILDM, ndr) mi hanno proposto di salire su questa barca, la barca UILDM, che hanno contribuito a costruire finora. È talmente grande e solida che può permettersi di accogliere e continuare a crescere insieme, con chi ha “solo” 5 anni di UILDM Ancona alle spalle, e “solo” 23 anni e sta ancora capendo il suo posto nel mondo.

Tutto questo si riassume in una chiamata a cui 40 ragazzi provenienti da tutta Italia hanno risposto sì, vogliamo fare parte di UILDM, vogliamo entrare nel vivo e impegnarci. Questo è anche il mio sì alla candidatura che si è trasformata in elezione in Direzione Nazionale. Il mio sì dentro ha tantissime idee e aspettative, ma anche questo senso di insoddisfazione che si trasforma in entusiasmo per spingermi a lavorare, studiare e costruire un contesto migliore, dove ognuno di noi possa sentirsi libero di prendersi il proprio posto nel mondo e diventare adulto, qualsiasi esso sia.

Secondo me i compiti principali del Gruppo Giovani sono questi, da una parte creare relazioni e quindi crescere individualmente all’interno di un gruppo, e dall’altro costruire un gruppo che lavori per migliorare il contesto associativo e in maniera più ampia a livello sociale. Viviamo in un momento storico fertile, dove grazie a scienza e tecnologia abbiamo prospettive di vita più lunghe, dove “l’emergenza” dettata dalla malattia è diventata una convivenza a lungo termine, e si è creato questo spazio-tempo dove è possibile diventare adulti. Dove il lavoro, Vita indipendente, accesso all’università, mezzi pubblici acquistano un senso e una realtà nella vita dei giovani con disabilità.

E chi deve migliorare tutto ciò, se non un contesto associativo dove all’interno c’è chi ha contribuito ad allontanare il più possibile il limite ultimo, la morte, e chi spinge per dire “ho diritto a una vita indipendente?”, come posso sbattere i pugni in tavoli istituzionali e chiedere di rispettarlo? E contemporaneamente dia anche uno spazio ai giovani per sognare. Prima di noi hanno sognato di vivere più a lungo, di avere tempo, oggi possiamo dire che quel tempo non è solo della malattia, ma è Nostro.

Mi viene in mente una frase di conclusione:

“Ora dovremmo addormentarci, sognare il più possibile e lì trovare il nostro spazio e un senso che tanto freneticamente ci ostiniamo a cercare ovunque correndo”.

Noi giovani UILDM ci siamo fermati e abbiamo immaginato, ora a chi tocca?

Ritratto di uildmcomunicazione

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