Laura Miola e la forza del sorriso

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Laura Miola è una giovane donna, mamma e moglie che da poco ha compiuto 30 anni. Da ottobre 2019 si occupa di politiche per l’inclusione nel suo comune, Minturno (Latina), per il quale vuole far ottenere la bandiera Lilla e renderlo più accessibile. Il sorriso e la positività sono le due cose che meglio descrivono la sua essenza. Due “armi” che le hanno permesso di raggiungere migliaia di persone e affermare che la disabilità non deve definire chi siamo.

Sul suo profilo Instagram racconta momenti di normalità. Il suo amore per il marito Salvatore e il piccolo Ferdinando, le avventure di famiglia, i momenti importanti, la cura di sé.

«Instagram all’inizio è stato una finestra sul mondo. Sono cresciuta in un piccolo paese, Minturno una realtà dove non è facile potersi confrontare con qualcuno. Dalla curiosità verso l’esterno è diventato un modo per raccontare e condividere i miei momenti di felicità»

Ed è proprio vero che possiedi qualcosa solo quando la condividi con gli altri. Il sorriso di Laura ha saputo catturare e dare forza a tante persone, tante donne con le quali ha stretto amicizia e si confronta su temi diversi. È proprio dalla sua community che arriva la definizione di “Influencer della positività”, perché non si tratta solo di attenzione per l’abbigliamento e il trucco, o dello scatto “giusto”.

«Sto bene con me stessa. La bellezza nasce da questo, secondo me. Funziona come uno specchio: quello che vivi dentro di te, si vede da fuori. È qualcosa che riguarda tutti. Io ho la fortuna di aver incontrato una persona che mi ama, di aver dato alla luce un figlio, cose per nulla scontate e di cui sono grata. Sono tante le persone che conosco che hanno difficoltà ad avere figli o non incontrano la persona che fa per loro».

Un momento chiave della vita di Laura è quando, a 21 anni, scopre qual è la malattia che la accompagna da sempre. Si tratta della malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT), una neuropatia genetica che colpisce il sistema nervoso periferico.

«Un momento importantissimo perché, dopo tanti anni, ho potuto finalmente dare un nome alla mia malattia. Questo mi ha permesso non solo di combatterla meglio, ma soprattutto di scoprire che potevo avere figli perché il mio gene è recessivo e mio marito è sano. Il giorno più bello di sempre! Il mio corpo poteva ospitare una vita! Ho passato tanto tempo allo specchio, guardando il pancione che cresceva».

Grazie a questa forza positiva Laura ha stretto amicizia con molte donne, una rete di relazioni aperta a tutte, non solo a quelle con disabilità. Una mamma "seduta", come si definisce lei stessa, che dà e riceve consigli come tutte le mamme.

«Spesso le donne con disabilità sono le prime a mettersi in ombra, a sentirsi non abbastanza donne. Anch’io ho passato un periodo simile e posso capire ma non dobbiamo permettere alla nostra disabilità di decidere per noi. Siamo noi, uniche, e dobbiamo essere contente di chi siamo. Dobbiamo andare avanti a testa alta!».

(cs)

Photo credit: profilo Instagram di Laura Miola

Ritratto di uildmcomunicazione

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