Io CAAnto per abbattere le barriere

share on:

È stato presentato venerdì 19 ottobre a Pisa Io CAAnto, il progetto promosso da UILDM Pisa, che ha permesso la diffusione della Comunicazione Alternativa Aumentativa attraverso la formazione di volontari e la produzione del primo testo di canzoni accessibile.  

Il progetto, nato grazie alla collaborazione di UILDM Pisa, del Coordinamento Etico dei Caregivers di Pisa, dell’Associazione SPES di Uliveto Terme, è stato finanziato in gran parte dal CESVOT di Pisa.

Abbiamo intervistato Alessandro Pecori, Coordinatore del progetto Informare comunicando della Sezione di Pisa.

Come è nato e come si è sviluppato il vostro progetto? 

«L’idea nasce da una riflessione: la società in cui viviamo spesso si mostra poco accessibile e i servizi di difficile utilizzo per le persone con disabilità. Se pensiamo alle persone che hanno difficoltà di comunicazione, per comprendere davvero il loro punto di vista dobbiamo immaginare di essere in un paese straniero in cui non conosciamo la lingua. Chi ha problematiche di tipo verbale o di apprendimento vive la frustrazione di non essere capito ogni giorno».

Cos’è la Comunicazione Aumentativa Alternativa?

«La CAA è una modalità di comunicazione che facilita e migliora la partecipazione per tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi. Si definisce aumentativa perché incrementa le possibilità comunicative naturali della persona. Si definisce alternativa perché utilizza modalità di comunicazione diverse da quelle tradizionali. Si tratta di un approccio che tende a creare opportunità di reale comunicazione anche attraverso tecniche, strategie e tecnologie che possano coinvolgere la persona e tutto il suo ambiente di vita».

In cosa consiste Io CAAnto?

«Il progetto Io CAAnto ha formato i giovani volontari delle associazioni di Pisa all’uso della CAA per creare, insieme alle persone con disabilità, la prima pubblicazione interamente tradotta in CAA. Abbiamo tradotto testi di canzoni in modo da creare un libro utilizzabile nelle scuole, nelle associazioni, in chiesa, a casa. Questo testo può diventare materiale innovativo e soprattutto inclusivo».

Quali sono stati gli obiettivi raggiunti?

«Garantire accessibilità attraverso la formazione dei giovani volontari per promuovere metodologie che abbattano le barriere comunicative e possano essere utilizzate anche in altre modalità».

Come avete scelto di abbinare la CAA con il canto? 

«Abbiamo ritenuto che la musica sia il canale più inclusivo che possa esistere, la forma che unisce tutti. Per questo abbiamo scelto di creare una pubblicazione di testi di canzoni italiane (per bambini, popolari, per le festività) in CAA. Siamo orgogliosi del risultato ottenuto e della prospettiva che può avere una semplice raccolta di canzoni che, se resa accessibile a tutti, crea quella tanto desiderata inclusione che ancora oggi purtroppo non c’è».

Come si sono svolte le diverse fasi del progetto?

«Il progetto è durato un anno. La fase iniziale ha previsto una formazione all'utilizzo della CAA, ai concetti di disabilità, all’abbattimento delle barriere, alla conoscenza degli ausili comunicativi, in cui sono stati coinvolti un referente e cinque volontari. Per la traduzione dei testi in CAA invece, hanno collaborato dieci volontari affiancati da persone con disabilità».

Quali sono le possibilità future?

«La stampa del primo libro in CAA in Toscana fa da apripista nel territorio a numerose opportunità per i volontari, le associazioni, le scuole e le persone con disabilità che potrebbero fare di questa esperienza un lavoro, traducendo ad esempio testi per le scuole. La produzione di testi multimediali da distribuire online sarà sostenuta dai siti web di tutte le associazioni coinvolte nel progetto. Inoltre è stato prodotto un video documentario per testimoniare l'esperienza e riprodurla in altri contesti. Creare insieme a un linguaggio accessibile è l’obiettivo principale e fondamentale è iniziare fin dalle scuole, la sfida più importante e più affascinante che ci aspetta».

(v.b.)

Ritratto di uildmcomunicazione

uildmcomunicazione