Un ricordo di Marco Noventa

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Marco NoventaMarco Noventa, socio di lunga data della UILDM di Venezia, si è spento venerdì 4 febbraio all’età di 43 anni all’Ospedale di Mirano (Venezia).

Persona con distrofia, già studente di Storia all'Università, Marco era un grande appassionato di letteratura e scrittura: aveva collaborato con il Gazzettino di Venezia e aveva anche pubblicato due libri di racconti, l'ultimo dei quali all'inizio del 2009 dal titolo “Insetti tutto fare… e altro. Racconti fantastici per lettori insoliti”.

Marco era inoltre un valente scacchista e in questa veste si era aggiudicato nel 1996 il torneo nazionale di scacchi in occasione delle Manifestazioni Nazionali di Vibo Valentia. Circa una decina d’anni fa egli era stato anche protagonista, presidente e capitano, della avventura sportiva della squadra di hockey in carrozzina Green Lions of Venice.

In suo ricordo, pubblichiamo un ampio stralcio dell’articolo scritto da Noventa nel 1997 per DM, testo ancora particolarmente attuale, nell’anno nel quale ricorre il cinquantenario della UILDM. (R.R.)

Dovere, Volere, Potere (da DM 127, agosto 1997)
di Marco Noventa

Lunga e tortuosa è la strada che conduce un socio UILDM a respirare l'"aria purissima" che avvolge il "granitico edificio" costruito dal "capomastro" Milcovich, il quale ebbe l'ardire di edificare la nostra associazione confidando soltanto sull'inaffidabile e al contempo inaffondabile terreno del mondo delle idee...

E' un luogo nel quale anche chi è costretto all'uso del respiratore può ossigenarsi a pieni polmoni, attingere preziose energie per rifiatare e lanciarsi nelle sfide che il quotidiano vivere impone...

Chi vive di UILDM sa che esistono due principali individui che gli gravitano attorno: il socio passivo e quello attivo. Una persona può rimanere "a traino" per la sua intera esistenza senza entrare mai nello stato di "locomotiva". Eppure, basta per un solo istante respirare quell'aria purissima che avviluppa le "Grandi Idee" per essere travolti da quell'ossessione di impegnarsi a favore degli altri che ti fa accogliere ogni prolissa discussione di sezione come il sale che insaporisce la tua esistenza. ……….

E tuttavia, entrare nello stato di "locomotiva" non vuole ancora dire essere diventato una risorsa positiva per la UILDM. Bisogna giungere ad un altro grado di scrematura.

Tre in particolare sono le componenti fondamentali: Dovere, Volere e Potere.

Nella fase del Dovere, il presunto socio attivo si assume degli incarichi solo se costretto, impegnandosi quel tanto che serve ma non un secondo in più. In poche parole, senza la necessaria convinzione, finendo così per essere più d'impaccio che di utilità.

La maggior parte di quelli che pervengono alla falsa illusione del socio attivo, cioè alla prima fase, o abbandonano dopo qualche mese l'associazione, oppure vengono isolati nei momenti di effettivo bisogno perché non ritenuti in grado di assolvere ai vari compiti. In questo caso il "granitico edificio costruito sul mondo delle idee" diventa una prigione e il "purissimo ossigeno" una cappa di smog.

La fase del Volere non è però meno pericolosa della precedente. Qui il socio UILDM si occupa di tutte le attività che vengono svolte, magari senza avere le necessarie capacità, provocando sconquassi a volte irreversibili.

In questo caso, il "granitico edificio" si trasforma nell'inaccessibile Olimpo, la residenza di Zeus, una fortezza da conquistare e non da condividere con gli altri soci. ………. Il "purissimo ossigeno" avrà infatti ubriacato a tal punto la mente del socio UILDM che egli non riuscirà più ad incanalare le proprie energie nel modo corretto. In altre parole, la megalomania, il voler cambiare il mondo a tutti i costi, lo spingeranno lontano anni luce dal pianeta del volontariato.

Invece, coloro che non si abbandoneranno alla smania irrefrenabile del "megalomane", potranno giungere alla fase del Potere. Ed è questo il momento che coincide realmente con lo stato di socio UILDM attivo. Il poter fare una cosa o non poterla fare. Conoscere i propri limiti, insomma, media nella giusta misura il voler fare, portando ad avere un socio attivo nel vero senso della parola.

Il "granitico edificio" di cui sopra diventerà allora un castello medievale nel quale utilizzare l'armatura per combattere il drago - denominato "diversità" - contribuendo con la propria opera alla creazione di ulteriori bastioni e merli nel complesso del "capomastro" Milcovich. ………..

Tornando in particolare al nostro fondatore, vorrei solo precisare che Milcovich non era un Grande Uomo, era piuttosto un Uomo guidato da una "Grande Idea". Penso che per lui - nonostante tutte le difficoltà incontrate lungo il percorso, dal '61 in poi - non sia stato così difficile, perché era animato, confortato e sospinto da quella guida di cui noi tutti ancora oggi godiamo i frutti: la UILDM.

Perché se è vero che gli uomini muoiono, è altrettanto vero che le "Grandi Idee" sono eterne e sempre pronte e disponibili a guidare chiunque le voglia seguire.

Ritratto di admin

Margaret

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