Vogliamo continuare a fare lavoro di squadra

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Alice Greco è uno dei volti della Giornata Nazionale UILDM 2020. Nel video promozionale racconta dei km percorsi ogni anno dai volontari UILDM, e lei stessa di km ne ha percorsi tanti perché con la sua Sezione lavora per promuovere il diritto alla mobilità e per rendere la sua città, Bologna, più accessibile a tutti. Un impegno che condivide con altre associazioni a livello locale.

 

Come hai conosciuto UILDM?

Fino agli 8-9 anni ho vissuto in Marocco, appena rientrata in Italia mia nonna ha contattato la Sezione UILDM di Bologna per avere informazioni sull’accessibilità delle scuole. Dopo la maturità ho iniziato a frequentarla come socia e da lì è iniziato un percorso di impegno che mi ha portato a diventare consigliera, vice presidente e, due anni fa, presidente della Sezione. È anche merito di UILDM se mi sono laureata perché, grazie al servizio di trasporto e accompagnamento, sono riuscita a non perdere neanche un giorno di università.

 

Cosa significa essere una volontaria per te?

In questo ultimo anno sto dando tutta me stessa all’associazione. Come UILDM stiamo lavorando per ampliare le reti di collaborazione con il territorio e monitorarlo con occhio vigile. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere sempre più persone e condividere le opportunità che si presentano. Per me volontariato è testimonianza, è azione di condivisione dei risultati ottenuti, in termini di diritti per tutti. Essere presidente è un ulteriore modo di fare testimonianza. È una grande responsabilità perché ti fai portavoce di bisogni, quelli dei nostri soci; allo stesso tempo devi saper mantenere una buona comunicazione con il territorio e apertura nelle collaborazioni.

 

Di cosa si occupa la tua Sezione?

Offriamo servizi di accompagnamento e trasporto, con un operatore che sta al fianco della persona. UILDM è un punto di riferimento informativo con uno sportello di assistenza sociale, con una persona dedicata che collabora con le figure professionali del territorio. La nostra associazione fa da tramite tra le famiglie e la comunità grazie a un servizio di sostegno psicologico e una segreteria di primo intervento alla persona con disabilità, che intercetta i bisogni e li gestisce. In tutto questo ci supportano anche i giovani volontari di Servizio civile che creano una rete tra soci.

 

Quali sono i progetti legato alla mobilità?

Stiamo portando avanti il Progetto Rampe. È un progetto per favorire l’accessibilità degli ingressi nei luoghi aperti al pubblico. Nella nostra città ci sono ancora moltissimi luoghi pubblici nei quali le persone con disabilità o che hanno difficoltà temporanee, non possono accedere senza ricorrere a un aiuto esterno e talvolta nemmeno con quello. Si tratta spesso di un semplice gradino insignificante che però per persone che non possono camminare per una qualunque patologia rappresenta un ostacolo insormontabile. Con il nostro impegno cerchiamo di generare un cambiamento anche dal punto di vista normativo. Abbiamo presentato questo progetto al Comune di Bologna e ci è stato appena comunicato che è stato inserito nel progetto di candidatura a Bologna Città Accessibile 2021.

Inoltre siamo coinvolti nel progetto “Trips per la città di Bologna”, di respiro europeo che mira a mettere in atto misure pratiche per affrontare e prevenire la discriminazione dei cittadini con disabilità a causa delle barriere e delle difficoltà di fruizione del trasporto pubblico urbano.

Ci sembrava un controsenso non dare un supporto e non offrire le nostre competenze per portare un cambiamento.

 

Perché è fondamentale occuparsi di trasporto e di diritto alla mobilità?

Bologna è una città che offre moltissimo in termini di servizi, una città universitaria con molte opportunità: noi ci stiamo battendo perché il potenziale della nostra città sia sfruttato al massimo, sviluppando reti di accessibilità e mobilità alla portata di tutti.

Il diritto alla mobilità fa parte di quegli obiettivi di base che UILDM si pone, è legato ai progetti di Vita indipendente e alle politiche sul dopo di noi. È importante rendere le persone libere da qualsiasi tipo di barriera, sia culturale che architettonica.

Attraverso l’eliminazione delle barriere vogliamo togliere tutte quelle etichette e categorie - disabile e non disabile – che spesso attacchiamo alle persone, come fossero un biglietto da visita. Così, potremmo tornare a mettere al centro la persona e non i limiti. Io sono Alice, non la mia disabilità.

 

Come avete vissuto l’emergenza sanitaria di questi mesi?

La Sezione ha dovuto chiudere, ma ha continuato a dare supporto psicologico e sociale alle famiglie e finalmente in aprile – maggio abbiamo riattivato l’assistenza domiciliare, con tutte le precauzioni del caso. Durante il lockdown - grazie ai volontari disponibili coordinati da un team interno composto da segreteria, operatore e assistente sociale -  consegnavamo spesa e farmaci a domicilio. Le richieste di contatto psicologico e sociale sono aumentate notevolmente in questi mesi.

 

Che cosa vi è mancato?

Il contatto fisico, la presenza, i momenti di ritrovo e socialità, una dimensione importante per tutti. Ci siamo re-incontrati a luglio, è stato allo stesso tempo molto bello e strano rivederci perché ci mancava quella normalità legata alla frequentazione quotidiana. Le famiglie ci hanno segnalato le difficoltà di gestione assistenziale senza operatori, è mancato il sostegno a livello di trasporto; le sedute di riabilitazione, essenziali nella presa in carico della persona con una patologia neuromuscolare, sono state interrotte con gravi conseguenze sui pazienti.

 

Il claim della Giornata Nazionale è ”Vogliamo continuare insieme a te”. Per te, cosa è essenziale continuare?
È importante continuare a ritrovarsi insieme e lavorare per gli obiettivi che ci siamo posti. Crediamo nel lavoro di squadra, senza etichette o biglietti da visita.

 

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Ritratto di uildmcomunicazione

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